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Il blitz con sei arresti, le ordinazioni della droga a Palermo: “Mezza birra me la mandi?”

"Mangiare dei cani", "mezza birra", "felpa verde" per indicare la marijuana. Così veniva chiamata la droga, venivano ordinate le dosi e il genere di stupefacente che si preferiva. È uno dei dettagli che emerge dall'operazione dei carabinieri "Social Bamba" tra Palermo e San Mauro Castelverde che ieri (13 aprile) ha portato a sei arresti.

L'attenzione degli investigatori si è focalizzata, in particolare, su tre degli indagati: Francesco Paolo La Rocca, 31 anni; Paolo Giacalone, 25 anni; Alessio Lo Giudice, 22 anni. Sarebbero stati loro al centro dello spaccio di droga a Palermo. Il loro ruolo viene fuori dopo che sono state intercettate dagli investigatori una serie di conversazioni, utilizzando pare un telefono dedicato solo ed esclusivamente a questo, ed in particolare tantissime "ordinazioni" di stupefacenti che poi venivano consegnati a domicilio o nel corso di appuntamenti in locali del centro storico del capoluogo.

Turni serrati di spaccio in cui i tre si sarebbero alternati "secondo i rispettivi turni di lavoro - scrivono i giudici -, in cui fissavano dal mattino all'alba del giorno successivo appuntamenti nel territorio cittadino".

Nel corso delle telefonate veniva utilizzato un linguaggio criptico, parole in codice e spesso non veniva fatto alcun riferimento al quantitativo o al tipo di ordinazione ma era "facilmente intuibile che gli incontri fossero finalizzati alla consegna di droga secondo un criterio di fidelizzazione della clientela a seguito del quale ad ogni contatto corrisponde va in automatico la stessa ordinazione".

Ecco una delle telefonate ascoltate dai carabinieri "Che fai mi vieni a trovare? Mi porti il mangiare dei cani". "Va bene, dammi una mezz'oretta". "Compà va bene mezza Becks? Mezza birra? Ti serve il verde (inteso come marijuana, ndr)".

Ma gli affari non vanno sempre bene. Da alcune telefonate intercettate viene fuori una situazione di crisi del gruppo, per la scarsa qualità della droga venduta, cosa che ad un certo punto comportò delle frizioni con alcuni acquirenti e lamentele che venivano intercettate in diverse occasioni e da parte dei consumatori che parlavano di droghe "fuori dalla norma". Clima di tensione che in un'occasione porta all'aggressione nei confronti di un consumatore che aveva creato dei problemi con i pagamenti.

L'indagine Social Bamba, condotta da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Guido, rappresenta la continuazione dell'operazione "Alastra" che a giugno del 2020 aveva portato al fermo di 11 soggetti accusati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento dei beni, corruzione, violenza privata, furto aggravato e danneggiamento, e ha consentito di assestare un colpo alla famiglia mafiosa attiva nel mandamento di San Mauro Castelverde, dedita al traffico di droga. L'organizzazione sarebbe stata il punto di riferimento per lo spaccio di droga, soprattutto cocaina, attraverso la fidelizzazione dei clienti anche con un efficiente e costante servizio di consegna a domicilio.

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