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Uccide il marito e nasconde il cadavere in camera da letto per 13 giorni, donna di Carini in cella negli Usa

Ha ucciso il marito e ne ha nascosto il corpo in camera da letto per 13 giorni. Anna Maria Tolomello, 48 anni, riginaria di Carini, ma residente a Chalfont, in Pennsylvania avrebbe confessato il delitto e avrebbe detto ai poliziotti americani di essere stata costretta ad uccidere Giovanni Gallina, 65 anni, anche lui carinese, per difendersi. Il marito nel corso di una lite la stava strangolando. I due gestivano una pizzeria, «Pina’s pizzeria».

Secondo quanto riportato dai giornali americani a far scattare le ricerche della polizia è stato il figlio della coppia, Philip, che non sentiva il padre dal 16 marzo scorso. Più volte il ragazzo aveva chiesto alla madre di parlare con il padre. La donna aveva risposto che Gallina era partito per affari e aveva lasciato il cellulare nella pizzeria di famiglia. La verità però era un’altra. Quando gli agenti sono arrivati in quella villa hanno scoperto pure la buca che sarebbe dovuta servire per seppellire il cadavere, trovato poi avvolto in camera da letto in un lenzuolo e in un piumone. Lo scavo sarebbe stato pagato 350 dollari ad una ditta che era stata contattata per «un lavoretto» ma, dopo essersi reso conto di ciò che era successo, l’addetto dell’impresa aveva a sua volta deciso di collaborare con la polizia, registrando pure una conversazione con la donna che ha permesso agli investigatori di confermare gli iniziali sospetti sulla fine tragica di Giovanni Gallina.

 

 

Il 18 marzo la Tolomello, fanno sapere gli inquirenti, era in cerca di consigli su cosa bisognasse fare per eliminare gli odori provocati da una puzzola in garage. Ma i trucchi sarebbero serviti, sospetta la polizia, per trattare il cadavere ormai in decomposizione. Alla fine la donna aveva tentato di metterlo sotto terra, ordinando che la buca fosse «lunga 7 piedi e profonda e larga altri 3». Gli agenti, prima di eseguire la perquisizione, erano andati ad informarsi dai dipendenti della pizzeria che avevano confermato come il titolare non si vedesse ormai da giorni. Il 29 marzo, poi, l’accesso nella proprietà di Gallina: la Tolomello avrebbe subito confessato dicendo, però, di aver sparato solo perché in pericolo di vita. Avrebbe impugnato la pistola, una Smith & Wesson 38 Special LadySmith, mentre l’uomo avrebbe tentato di strangolarla in camera da letto. Il colpo che ha ucciso Gallina lo ha raggiunto alla tempia sinistra. Poi i tentativi di cancellare le tracce, la testa avvolta in un sacco di plastica e il corpo infagottato in attesa di disfarsene. Ai poliziotti che le elencavano i suoi diritti, compreso quello di nominare un avvocato e di rimanere in silenzio, ha invece risposto. Raccontando di come aveva tentato di disfarsi del materasso insanguinato e di tutte le tracce dell’orrore, compresa la pistola che aveva lasciato in auto. La donna dovrà comparire davanti al giudice il 19 aprile.

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