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La scomparsa di La Duca, la moglie all'amante: «Ho sognato che i carabinieri mi arrestavano»

Luana Cammalleri e Pietro Ferrara

Luana Cammalleri e i sogni. La donna è in carcere con l'accusa di aver ucciso il marito Carlo La Duca, l'imprenditore agricolo di Cerda di cui si sono perse le tracce il 31 gennaio 2019.

Un arresto, avvenuto il 18 marzo scorso, al quale gli investigatori sono arrivati mettendo insieme una serie di intercettazioni fra la Cammalleri e Pietro Ferrara, suo amante e migliore amico di La Duca, e finito in carcere perché considerato complice della donna.

Nei dialoghi fra i due indagati emergono i resoconti di una serie di sogni che la donna raccontava a Ferrara. In una prima intercettazione era venuto fuori un "dialogo onirico" con il marito scomparso, nel secondo, che ha fatto particolarmente insospettire gli investigatori, Luana Cammalleri parla di un altro sogno ricorrente, quello in cui viene arrestata. "Mi è spuntato davanti (si riferisce a La Dica, ndr) - racconta al suo amante - non so dov'è che eravamo, e noi eravamo insieme. Poi d'un tratto scompariva, a che l'ho visto a che non l'ho visto più, poi sono arrivati che mi venivano ad aprire la porta. Mi venivano a bussare alla porta. Che io dovevo andare con loro, hai capito? I carabinieri. E già questa è la seconda volta, vediamo la terza volta che deve succedere".

Questi sogno, al di là delle paure della Cammalleri, fanno emergere anche una certa tensione fra lei e Ferrara, il quale teme che l'amante possa avere rimorsi o cedimenti davanti alle forze dell'ordine.

"Il tema onirico - scrive il gip Marco Gaeta - è stato oggetto di frequenti discussioni fra i due; dalle conversazioni si comprende che Ferrara dava particolare importanza al contenuto dei sogni fatti dalla coindagata, sia perché erano espressione delle sue paure, sia perché riteneva che il sogno potesse rivelare quanto era già accaduto o presagire quel che stava per accadere".

Dalle indagini è emerso che Luana Cammalleri aveva denunciato La Duca per maltrattamenti ed aveva in corso contro di lui una causa di separazione. La vittima, inoltre, aveva una attività economica- un'azienda agricola - che faceva gola ai due amanti.

L'agricoltore, inoltre era visto come un ostacolo ai progetti di vita comuni dei due. La donna che, non sapendo di essere intercettata usa termini offensivi verso il marito definito "becco", "bestia", nutriva molto risentimento nei suoi confronti.

Per questo il gip parla di "un coacervo di interessi personali familiari ed economici" come movente del presunto omicidio.

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