L’auto di Carlo La Duca era stata trovata a Palermo, nella zona fra viale Regione Siciliana e via Salvatore Minutilla, una traversa della circonvallazione all'altezza di Cardillo, vicino all'uscita per l'autostrada Palermo-Mazara del Vallo. E quel ritrovamento doveva sembrare compatibile con la destinazione dell’agricoltore in quel 31 gennaio 2019: doveva raggiungere la nuova compagna a Cinisi per passare il fine settimana con lei. Una messinscena, temono gli inquirenti che stanno cercando i resti di La Duca. Le tracce del gps installato nella Volkswagen Golf avevano portato a ritroso al terreno di Ciaculli dell’amico, Pietro Ferrara. Proprio quel terreno finito sotto sequestro e in cui si cerca il cadavere.
I rilevamenti della rete telefonica e dei sistemi di geolocalizzazione hanno richiesto un lavoro meticoloso agli inquirenti che hanno accusato di omicidio e occultamento di cadavere sia Ferrara che Luana Cammalleri, sua amante e moglie di La Duca, dal quale si stava separando. Quell’incontro fra i due amici tenuto segreto (ma La Duca aveva messo al corrente la fidanzata) si sarebbe scontrato anche con la prima versione dei fatti fornita da Cammalleri, che aveva detto di essere rimasta a casa a Cerda «con i suoi figli che stavano male e non erano andati a scuola». Poi, quando si era cominciato ad indagare sulla scomparsa e si era fatta strada l’ipotesi dell’omicidio, i due sospettati, per giustificare i contatti telefonici, secondo l’accusa avrebbero «concordato una falsa ricostruzione dei loro movimenti eventualmente da riferire a chi li avesse interrogati sul punto: mentre stava andando a prendere del concime per gli animali Ferrara era rimasto senza benzina; aveva chiesto aiuto alla Cammalleri che l’aveva accompagnato a prendere la benzina da inserire nella macchina. Cammalleri aveva poi seguito Ferrara sino a Ciaculli, per poi fare rientro a casa». Gli arrestati, difesi dagli avvocati Accursio Gagliano e Giovanni Marchese, ieri per la prima volta hanno potuto parlare con i loro legali in carcere a Pagliarelli.
I sogni di Luana Cammalleri
Nelle carte dell’ordinanza, un capitolo a parte è dedicato ai racconti, intercettati, che la donna fa a Ferrara dei suoi sogni. È il 5 giugno 2019 quando parla della notte prima, quando le sarebbe apparso il marito che ritornava ma «aveva perduto la memoria e le chiedeva dove fosse stato fino ad allora». Dialoghi dall’interpretazione che si annuncia controversa. Pietro le chiede: «Ma tu in tutto questo come hai risposto?», riferendosi alla visione in sogno di La Duca. E Cammalleri: «... guardandomi negli occhi... qua fuori nel cementato mi diceva a me: “Tu me lo devi fare capire dove sono stato io”. E io gli dicevo a lui: “Ma se fosti tu a fare la tua decisione, come faccio io a sapere dove fosti e come ci sei andato a finire?”... Perché quando lui mi ha fatto questa domanda me la faceva, sai con quel sorrisino che lui aveva quando ti parlava e ti prendeva per il culo? Mi guardava e mi rideva». Il resoconto di Luana tranquillizza Pietro: «Va bene, menomale». In un altro dialogo, il 19 febbraio 2020, ancora Luana si lamenta di quei sogni ricorrenti: «E secondo lui mi vuole fare sentire in colpa di tutto quello che c’è stato. Che la tinta sono io e il buono era lui?». «Brava. Ah, l’hai capito allora? Ma non è che sei pentita?», chiede Ferrara. «Io no, vì. Però quello che mi dà fastidio che anche la notte...».
Tradimento e senso di colpa
La lettura della conversazione, «isolata dalle altre - rileva il gip -, potrebbe far pensare ad una causa assai più edificante: quella del senso di colpa per la relazione clandestina intrattenuta dalla donna con il migliore amico del marito, all’improvviso scomparso. Ma così non è, se soltanto si pone attenzione al continuo disprezzo che i due hanno sempre manifestato verso La Duca, al compiacimento per la sua definitiva scomparsa, al desiderio macabro di profanare in ogni modo il suo ricordo».
Il dolore dei familiari
Retroscena che, fa sapere l’avvocato Salvatore Pirrone che assiste la madre e gli altri familiari di La Duca, confermano quanto «le nostre indagini seppur parziali avevano indicato e che ora trova riscontri oggettivi che si trasformano in indizi e domani saranno prove».
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