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All'Ast rimosso Fiduccia: il nuovo direttore è Amico ed è indagato

Amico entra nell'inchiesta come presidente della commissione di gara per la scelta del revisore dei conti

Il nuovo direttore generale Giovanni Amico (a sinistra) e il presidente Santo Castiglione

Mentre l’Ast rimuove il direttore generale Ugo Fiduccia (su decisione del presidente Santo Castiglione) sulla poltrona di direttore generale arriva Giovanni Amico, già dirigente della società, oltre che amministratore unico di Ast Aeroservizi e vicepresidente di Interporti Siciliani. Amico non è fra i destinatari delle misure interdittive disposte dal gip di Palermo nell’indagine «Gomme Lisce» che ha decapitato la società. Ma è chiamato in causa (per turbata libertà degli incanti, falso ideologico e materiale) sulla scelta del revisore contabile del bilancio. In questo filone Amico è indagato come presidente della commissione di gara.

I dettagli della gestione dell’Ast, intanto, emergono dalle audizioni della commissione Antimafia regionale guidata da Claudio Fava dove è stato ascoltato il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo, che guida l’ufficio al quale sottostanno i controlli sulle partecipate. Ufficio che, però, è a corto di personale. «Avremmo bisogno di più personale - ha spiegato Tozzo -, l’ufficio è composto da 4 soli funzionari che devono controllare tutto. Avevamo chiesto la costituzione di un ufficio di controllo ma l’Ars ha bocciato questa proposta. La riproporremo».

Dall’audizione emerge un quadro dell’Ast che vedeva nella struttura regionale un ostacolo ai propri disegni. L’audizione di Tozzo si è concentrata anche sull’utilizzo dei lavoratori interinali e sul controllo dei bilanci dell’azienda. Secondo quanto riferito dal ragioniere generale, sarebbero solo Ast e Sicilia digitale ad avvalersi di lavoratori interinali. «Da dati Ast ricordo che il lavoro interinale riguardava solo meccanici e autisti. Alla luce dell’ordinanza stiamo facendo accertamenti sulla quantità di personale». Per l’Ast, ha aggiunto Tozzo la scelta del lavoro interinale rappresentava «l’unica soluzione» secondo le interlocuzioni avute dall’amministrazione con l’azienda. Sui bilanci aziendali, infine, Tozzo ha spiegato come sul documento del 2020 sono stati fatti i controlli dovuti. «L’aumento della spesa è posteriore e non abbiamo potuto verificare». Gli ultimi due bilanci disponibili (19 e 20) si sono chiusi in equilibrio ma «verificheremo se questo equilibrio è reale o artefatto».

Ma all’appello mancano anche documenti che la partecipata non avrebbe mai inviato al socio. «Più passano i giorni e più si scoperchiano nuovi dettagli sulla gestione opaca dell’Ast. Parrebbe infatti che la documentazione relativa al piano operativo strategico, a detta degli auditi, non fosse completa e priva dei dettagli dell’operazione Ali Sicilia. Se così fosse, la Regione avrebbe avuto la facoltà di revocare il Cda», dice il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci.

 

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