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Palermo, i soldi del clan investiti in attività lecite: in appello 7 assoluzioni e 17 condanne

Un frame tratto dal video della Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione Delirio che portò all'arresto di 24 persone

La prima sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Maria Elena Gamberini, consiglieri Mario Conte e Luisa Anna Cattina, ha emesso la sentenza a carico di 24 persone coinvolte nell’operazione Delirio della Guardia di Finanza coordinata dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Andrea Fusco.

I soldi della droga riciclati in attività commerciali

Il processo di appello, che vedeva imputati ai clan mafiosi di Porta Nuova e Resuttana, aveva ad oggetto in particolare gli affari dei mandamenti mafiosi. A gestirne una grossa fetta sarebbe stato Giuseppe Corona, processato a parte. Secondo l’inchiesta montagne di soldi accumulati soprattutto con la droga sarebbero state riciclate in nuove attività commerciali. Tra cui molti centri scommesse. Su 24 coinvolte nel blitz del 2018 sette persone che erano state condannate sono state adesso del tutto scagionate, mentre ad altre sette sono stati concessi degli sconti di pena.

Condanne confermate

Confermata la condanna per Salvatore Giglio, un anno e mezzo, Antonino Salerno, un anno e 4 mesi, Salvatore Buccheri, 4 mesi, Giuseppe Giurintano, 4 mesi, Giuseppa Mandarano, un anno e mezzo, Calogero Leandro Naso, 4 mesi, Carmelo Naso 4 mesi, Gioacchino Salamone, 6 mesi, Giuseppe Salamone, classe 1968, 10 mesi e Croce Siragusa, 2 anni 10 mesi e 10 giorni.

Riduzioni di pena

Le riduzioni di pena riguardano poi Maurizio Caponetto, al quale in primo grado erano stati inflitti 10 anni e mezzo di carcere per mafia: sussisterebbe invece soltanto il reato di favoreggiamento, secondo i giudici d’appello, e così la condanna è stata ridotta a un anno e 10 mesi (l’imputato è difeso dagli avvocati Domenico La Blasca e Amalia Imbrociano). Uno sconto è stato concesso anche al boss Raffaele Favaloro, la cui pena passa da 11 anni e 2 mesi a 8 anni 2 mesi e 20 giorni e ad Emanuela Milazzo da 3 anni a un anno e 4 mesi con la sospensione condizionale (gli imputati sono difesi dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Raffaele Bonsignore). Pene ridotte anche per Giuseppe Pecoraro, da 4 a 3 mesi, Giuseppe Salamone (classe 1962), da 4 anni e 2 mesi a un anno (è stato anche scarcerato, è difeso dall’avvocato Angelo Brancato), per Salvatore Salamone, da un anno un mese e 10 giorni a 8 mesi, Michele Siragusa da 5 anni e 4 mesi a 3 anni. Assolti Claudio Demma (che aveva avuto 5 anni in primo grado, è difeso dagli avvocati Rosanna Vella e Raffaele Bonsignore), Giovanni Russo (aveva avuto un anno e 4 mesi, è difeso anche lui dall’avvocato Rosanna Vella), Massimiliano Cocco (aveva avuto 2 anni e 4 mesi), Francesco Paolo Trapani (aveva avuto un anno e 4 mesi con la pena sospesa, è difeso dall’avvocato Salvatore Di Maria), Gregorio Palazzotto (aveva avuto un anno in continuazione con un’altra condanna), Giosuè Lo Piccolo (aveva avuto un anno e 4 mesi, è difeso dall’avvocato Alessandro Martorana) e Francesco Lo Re (aveva avuto 4 mesi, è difeso dall’avvocato Vincenzo Giambruno).

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