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Palermo, l'avvocato Menallo: «Sequestro in parte già revocato, mai commesse irregolarità»

«I reati contestati sono i classici reati impossibili, perché la Fondazione non gestisce soldi pubblici sin dal 2011 e non è sottoposta al controllo di nessuno, essendo un ente privato»

L'avvocato Francesco Menallo

L'avvocato Francesco Menallo, di Palermo, ha inviato alcune precisazioni in un commento all'articolo che lo riguarda.

Ecco cosa scrive il professionista.

Innanzitutto, rende noto che «il provvedimento del gip è stato parzialmente revocato immediatamente all'esito dell'interrogatorio di garanzia». Il riferimento è al sequestro di cui abbiamo dato notizia stamattina sulla base di un comunicato della guardia di finanza. L'avvocato non precisa in cosa consista la revoca di cui parla.

Menallo afferma poi che «i reati contestati sono i classici reati impossibili perché la Fondazione non gestisce soldi pubblici sin dal 2011 e non è sottoposta al controllo di nessuno, essendo un ente privato». Poi aggiunge: «Sulla questione esistono svariate decine di sentenze definitive che ci danno ragione».

«All'esito dell'interrogatorio di garanzia - dice poi il professionista - si è rinunciato al riesame avendo già ottenuto il risultato».

«Ci si meraviglia molto dell'operato degli inquirenti - aggiunge - che sono stati esplicitamente invitati dal GIP, per ben tre volte durante l'interrogatorio, dall'astenersi dal far trapelare la notizia (la circostanza è registrata)».

Poi l'avvocato Menallo entra nel merito delle accuse: «È documentale che chi scrive ha utilizzato denaro proprio per corrispondere stipendi e contributi anche a coloro che – evidentemente- non lo meritavano. Costoro sono stati retribuiti per un anno e – quasi- 5 mesi senza aver mai svolto un'ora di lavoro e sono stati loro versati persino tutti i contributi. Le somme che la guardia di finanza afferma siano state apprese da chi scrive sono state versate sui conti della Fondazione nata dalla estinzione per fusione della vecchia Fondazione, anch'essa presieduta da chi scrive. Tale procedura è stata ritenuta regolare da svariate sentenze passate in giudicato».

Le due successive precisazioni fanno riferimento invece alla sua passata militanza nel Movimento 5 Stelle e alla vicenda nota come il caso delle firme false. «Nessuno - premette Menallo - mi ha mai espulso dal M5S che ho contribuito a fondare. Sono andato via nel febbraio 2014 quando ha mostrato in modo evidente di che pasta era fatto». Da qui si passa alla vicenda giudiziaria. «Il processo " firme false" non mi ha mai visto come imputato di aver falsificato alcunché ma semplicemente di aver consegnato le firme all'autenticatore, senza sapere che fossero false. Ove qualcuno avesse anche lontanamene pensato che io ne fossi a conoscenza, mi avrebbe addebitato di aver tratto una utilità dal fatto».

L'ultimo punto, il decimo dell'elenco di precisazioni del professionista, è il seguente: «Attendo che la procura, dopo 4 anni (le indagini possono durare solo 18 mesi…) comunichi la conclusione delle sue attività per procedere ad un rapido processo davanti ad un Giudice terzo, all'esito del quale mi attendo le scuse da parecchie persone».

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