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In cattedrale a Palermo la messa dei popoli, 11 lingue per una fede comune

Sono state 11 le lingue impiegate per la celebrazione della Messa dei Popoli che l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha presieduto in cattedrale nella solennità dell’Epifania: i rappresentanti delle comunità straniere cristiane di Palermo - ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani e polacchi - hanno infatti rinnovato, attraverso la celebrazione e una lettera indirizzata all’arcivescovo, la volontà di vivere in armonia nello stesso territorio accogliendo la Pace offerta da Gesù che è il Dio-con noi. «Questo minuscolo cucciolo d’uomo venga oggi riconosciuto anche da noi da questa assemblea multietnica radunata dai quattro angoli della terra come il Messia di Dio Sommo e Misericordioso, Amico ed Amante di ogni uomo e di ogni donna, Padre Magnanime e Paziente, l’Umile Accogliente, che tutti avvolge e riunisce nel suo abbraccio trasfigurante». Nessun ricercatore di potere - ha proseguito don Corrado - «orgoglioso nel cuore, idolatra del denaro, nessun politicante di mestiere corrotto e colluso, predatore di bambini e di donne, di disabili e di anziani, nessun imprenditore di devastanti allucinogeni, illusore e manipolatore delle nuove generazioni; nessun oppressore e respingitore di poveri e di stranieri; nessun calpestatore dei senza voce e senza volto e dei diritti umani; nessun guerrafondaio e commerciante di armi; nessun sfruttatore dei paesi più poveri; nessun affiliato a famiglie e a organizzazioni mafiose, nessun usurpatore e traditore del nome santo e del cuore mite di Dio».

Alle parole dell’arcivescovo di Palermo hanno fatto seguito quelle pronunziate, a nome di tutte le comunità presenti, dalla filippina Yolanda Cayanan: «Siamo circa 25 mila (pari al 4% della popolazione), provenienti da ben 132 Paesi. Di questi, il 56% siamo cristiani e tra essi 2.240 persone siamo cattolici. Io sono filippina, a Palermo i filippini siamo circa 1.800. Sono arrivata a Palermo per motivi economici perchè nel mio Paese c'è molta povertà e disparità di reddito. Pur avendo una laurea, qui a Palermo, ho accettato di svolgere un lavoro di colf per poter vivere aiutare la mia famiglia. Aiutare la famiglia è un forte valore che fa parte della nostra cultura filippina. Anch’io come molti immigrati ho conosciuto ingiustizie e difficoltà perchè noi migranti, ancora, siamo guardati con occhi diversi. E’ difficile vedere il volto di Gesù anche nel volto di un immigrato. La mia chiesa madre, dove sono stata battezzata, mi ha formata alla fede cristiana cattolica che continuo a vivere qui in questa Chiesa di Palermo che mi ha accolta, facendomi sentire a casa; questa fede, che ho portato nella mia valigia, mi guida e mi dà speranza. La nostra presenza è ancora oggetto di marginalità nella società e spesso anche nella Chiesa viviamo questo sentirci ai margini. Vorremmo avere una presenza maggiore di cappellani etnici e desidereremmo che la nostra presenza nelle parrocchie fosse maggiormente valorizzata, considerandoci collaboratori di Gesù nella nuova evangelizzazione. E’ un’esperienza, questa, che io ed altri immigrati viviamo all’interno della famiglia di Arcobaleno di popoli». «Il nostro ritrovarci in cattedrale per celebrare l’Epifania - dicono Mario Affronti e padre Sergio Natoli omi dell’Ufficio diocesano Migrantes - vuole essere una preghiera che si innalza a Dio con la voce di tutti i popoli presenti nella nostra città, perchè quanti sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima, possano avere una casa, un lavoro e la possibilità di vivere un’esistenza dignitosa e pacifica. Interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perchè viviamo tutti sulla medesima terra, siamo parte della medesima famiglia umana».
Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili a Palermo risiedono 25.445 stranieri (pari al 4% della popolazione), provenienti da ben 132 Paesi diversi, anche se i primi cinque Paesi (Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Ghana e Filippine), da soli, coprono quasi i due terzi del totale degli stranieri. La comunità più numerosa è quella del Bangladesh, con 5.341 residenti, pari al 21% del totale degli stranieri. Al numero complessivo di stranieri residenti l’ufficio Migrantes somma una percentuale del 10% relativa a tutti coloro che sono privi del permesso di soggiorno.

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