L’impennata di false vaccinazioni era arrivata a ridosso delle nuove restrizioni di metà mese per i non immunizzati. Fra il 10 e il 14 dicembre scorsi gli inquirenti annotano almeno otto casi accertati di finte inoculazioni. Ma solo chi si presentava all’hub del Mediterraneo da Ivana Lo Brano con l’accordo di evitare il Pfizer subiva la finta puntura, per gli altri le «operazioni si sono svolte in maniera regolare, come evidenziano le immagini registrate».
Nell’informativa della Digos che ha portato ai tre decreti di fermo sorprende, fra gli altri, il ruolo di un medico in pensione di 72 anni, ancora attivo con i pazienti che dovevano «fare la medicazione». In pratica sarebbe stato lui ad accompagnarli dall’infermiera che aveva aperto quel canale privilegiato per avere il super green pass senza immunizzarsi. Servizio a domicilio, quello intercettato il 10 dicembre alle 14,43 con un paziente pluripregiudicato: «Io mi stavo mettendo in macchina per venire... a fare la visita». «E qua sono a letto... ncà», gli risponde l’uomo, 54 anni, che assieme alla compagna sarà portato all’hub della Fiera del Mediterraneo. Poi la chiamata all’infermiera: «È per quella medicazione da fare stasera a quel signore... E come funziona... ci sono reparti? Ah, corridoi. E in quale corridoio si trova lei?». E Lo Brano comunica: «Lettera C...».
Il giorno dopo, l’11 dicembre, cinque le persone che avrebbero approfittato delle false inoculazioni. Due di loro sono vicine di casa dell’infermiera che passano a prenderla da casa per portarla all’hub. E, rilevano gli inquirenti, «dalle immagini registrate dalla telecamera installata nel box dove opera Lo Brano, viene ripresa la fittizia vaccinazione in favore delle due giovani». In quel gruppo anche una collega dell’indagata, anch’essa infermiera in servizio all’hub. La donna si presenta alle 14,57 «con abbigliamento verosimilmente da infermiera», annotano gli investigatori, e dopo essersi «accomodata sulla sedia pronta a ricevere il vaccino... ancora una volta Lo Brano sversava il contenuto della siringa sulla garza, infilando poi l’ago sul braccio della paziente senza esercitare alcuna pressione sul relativo stantuffo».
Una madre si raccomanda per l’arrivo della figlia: «Dico, l’importante è che ci sei tu, perché mia figlia già è in ansia, paura, le solite cose... è a lavorare, già tipo, ha dato di testa, quindi io, siccome ho già i miei problemi, non ci posso aggiungere pure questo...». E l’infermiera rispondeva: «...stai tranquilla e falla rilassare...».
Favori ma anche questione di soldi. Il 19 novembre lo sfogo di Lo Brano (che è accusata di peculato per lo spreco fatto delle preziose dosi di vaccino) con un’amica riguardo al «patto corruttivo» con il commerciante di detersivi Giuseppe Tomasino e Filippo Accetta: «Per quello che ho sentito dire, per ora cu stu cazzu di vaccinazione, non vedo l’ora di togliermeli dai piedi questi... Non ci sto guadagnando un cazzo... tra l’altro (allude ad un’altra persona, ndr) ora che vado da Francesca glielo dico bello chiaro nella faccia... si futtieru i piccioli tutti iddi, io mi sono presa solo quello dei tamponi, si futtieru tutti pari pari i piccioli e a patata cavura l’aiu io ne manu».
Il sequestro preventivo, disposto dalla Procura, dei dati informatici inseriti nella piattaforma Digital green certificates del ministero della Salute attraverso cui vengono rilasciati i green pass, potrebbe portare a verifiche e provvedimenti verso altre presone coinvolte.
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