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La casa lager per disabili di Castelbuono, il vescovo di Cefalù: "Non è degna di portare il nome di Suor Rosina"

Un fermo immagine dal video diffuso dalla guardia di finanza

«Sono rimasto profondamente colpito dalla terribile notizia delle violenze perpetrate ai degenti, con gravi disabilità fisiche e psichiche, della casa di cura Suor Rosina La Grua, a Castelbuono». Lo afferma in una nota il Vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante.

«Una struttura che si è resa indegna del nome della compianta Suor Rosina La Grua, Figlia della Croce, e che non ha nulla a che vedere con la sua santità. Sento un profondo dolore per i pazienti, vittime fragili e indifese di maltrattamenti disumani. - aggiunge -. Mi congratulo con i militari della guardia di finanza del Comando provinciale di Palermo che, con intelligenza e perseveranza nelle indagini, hanno messo in luce quanto si consumava nelle tenebre e nel nascondimento. Ai nostri fratelli e sorelle, vittime di violenza, auguro di ricevere un’accoglienza davvero degna perché, come il Bambino Gesù e i Santi Innocenti, fragili e bisognosi di cura, possano essere difesi dalle violenze di Erode».

Chi era Suor Rosina La Grua

Suor Rosina La Grua

Suor Rosina La Grua nasce a Castelbuono il 13 luglio 1895 nella via Belvedere, al civico numero 5. I suoi genitori le impongono questo nome per devozione a Santa Rosa da Lima. Vive in una famiglia numerosa: tre fratelli e due sorelle. Cresce spiritualmente fra le cure di due zii sacerdoti: il canonico Santo, figlio di un fratello della nonna, e padre Antonio, un conventuale fratellastro del primo. Rosina frequenta solo la scuola elementare. Impara tante poesie e canzoncine che ancora a novant'anni ripeteva senza scordare un solo rigo. Terminati gli anni della scuola, Rosina si dedica alle occupazioni domestiche. Per perfezionarsi nell'arte del cucito, si trasferisce a Palermo all'età di sedici anni. A 19 anni presso il Santuario di Gibilmanna, sotto lo sguardo della Madonna, fa votò di verginità e si consacra a Gesù Cristo. Qualche mese dopo comincia il suo calvario. I medici, infatti, trovano il suo stomaco atrofico, della dimensione di quello di un bambino. In seguito, nel 1918, viene colpita dalla Spagnola. Guarisce, ma un anno dopo viene colpita da una forma di anchilosi alle ginocchia.

Rosina non volle restare una <monaca di casa>. Per questo nel 1934 fondò l'Istituto del Boccone del Povero. Con lei altre cinque ragazze. Indossarono l'abito monacale e chiesero il riconoscimento al vescovo della diocesi Emiliano Cagnoni. Rosina si chiamò Suor Scolastica. Il 6 gennaio del '43, insieme alle sue compagne, fu ammessa alla vestizione fra le Figlie della Croce. Si spense alle 17,50 del 2 agosto 1989.

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