«È una deriva morale, purtroppo non più una novità. I 23 disabili torturati nella casa di cura “Suor Rosina La Grua” di Castelbuono avranno subito vestiti, coperte, prodotti per l’igiene e per altre necessità. I medici di Palermo sono già attivi per cercare di restituire un po’ di serenità».
Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, membro del direttivo Fnomceo dopo gli episodi di maltrattamenti scoperti dai militari della Guardia di Finanza di Palermo per mano di 35 operatori che avrebbero dovuto assicurare salute e benessere. Per Amato «negare a chi non sta bene una vita dignitosa significa negare il rispetto di diritto umano fondamentale. Ed è responsabilità di tutti, della società civile quanto delle istituzioni non sapere intercettare sul nascere condizioni così disumane, impedendo sul nascere di lasciare in balia di certi aguzzini chi non può difendersi».
«Chi ha davvero a cuore la condanna di atti di odio così violenti, che nulla hanno a che vedere con responsabilità, umanità e assistenza alle cure, manifestino concretamente il loro sostegno - ha sottolineato il responsabile del Trauma center dell’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo Antonio Iacono -. La solidarietà è un percorso comune, che non può essere a singhiozzo, ma di accompagnamento costante, dal controllo all’assistenza. È l’unico modo per rendersi consapevoli delle condizioni di chi è colpito da gravi disabilità».
Il presidente dei medici, infine rivolge un ringraziamento particolare alle fiamme gialle «per avere smantellato un “sistema di orrore” ai danni di questi pazienti fragilissimi», che sono già stati accolti in alcune Rsa del territorio, da Palermo a Borgetto e Borgo Molara.
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