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Assolto dall'accusa di stalking: "Sms e lettere anonime non provano le minacce"

Il palazzo di giustizia di Palermo

Presunto stalker assolto dal tribunale di Palermo perchè il fatto non sussiste. I fatti hanno inizio nel 2015 quando l'uomo, allora 44enne, sposato, ha una relazione extraconiugale con una ragazza più giovane, con cui lavorava, ma ben presto il legame finisce e poco dopo l'uomo viene accusato dall'allora 23enne di averla reiteratamente minacciata e molestata creandole ansia e timore per se e i suoi cari.

Nell'aprile del 2016, la ragazza ha presentato denuncia ai carabinieri ricostruendo i fatti. Ha sostenuto di aver scritto alla moglie dell'uomo "Tuo marito è mio", nel giugno del 2015,  e da quel momento, a causa degli inevitabili problemi che erano scaturiti in famiglia, era stata costretta ad abbandonare il lavoro e alcuni mesi dopo aveva deciso di troncare la relazione con il 44enne a causa della gelosia ossessiva da parte dell'amante.

La ragazza ha inoltre denunciato di aver ricevuto, dal momento della fine del loro legame, sia sul proprio telefono cellulare che su quello di suo fratello e di suo padre, messaggi intimidatori e offensivi. In alcuni testi, il 44enne, secondo l'accusa, avrebbe invitato i familiari a non farla uscire da casa, e attraverso una lettera anonima inviata al padre, avrebbe offeso la donna facendo riferimento a tante condotte sessuali praticate dalla stessa. L'accusa infine sosteneva che la ragazza avrebbe ricevuto di notte diverse telefonate anonime. Il 44enne è stato così accusato di stalking.

Nell'agosto del 2016, il pm del tribunale di Palermo chiede il rinvio a giudizio per i reati di atti persecutori ma dopo 5 anni, con sentenza del 14 dicembre scorso, il Tribunale di Palermo, seconda sezione, assolve l'uomo perchè "il fatto non sussiste".

La difesa, sostenuta dall'avvocato Marco Traina, nel corso del processo, ha fatto notare le incongruenze sia delle testimonianze della presunta vittima che del padre e del fratello di quest'ultima. "I messaggi, inoltre, sono tutti anonimi e non c'è alcun riferimento che siano stati inviati dall'uomo, così come le telefonate - aggiunge il legale -. Anche la lettera è anonima e non è mai stata fatta una perizia calligrafica". In merito alle chat la recente giurisprudenza sostiene che per poterli produrre deve essere esaminato anche il supporto telematico con il quale verificare la corrispondenza tra ciò che c'è nel telefonino e nel pc e ciò di cui hai fatto lo screenshot.

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