Una violenza sessuale all’interno delle mura dell’ospedale «Giuseppe Giglio» di Cefalù. È quello che avrebbero subìto due donne da un personaggio che vedevano ogni giorno durante il lavoro, tutti dipendenti da ditte esterne e non dall’omonima fondazione. Per questa accusa il tribunale di Termini Imerese presieduto da Vittorio Alcamo, a latere Alessandra Marino ed Erina Cirincione, ha condannato G.C., 49 anni di Cefalù, a quattro anni di reclusione, oltre al risarcimento alle presunte vittime, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Minà.
Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Giuseppe Spallino
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