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L'arresto del costruttore Zummo a un anno dalla maxi-confisca: ecco i beni passati allo Stato

La parabola giudiziaria dell'imprenditore palermitano ritenuto socio dell'ex sindaco Ciancimino

Gli ex mulini Virga di corso dei Mille, riconducibili a un'impresa di cui Zummo era socio

Un anno fa la confisca del suo impero, oggi l'arresto per riciclaggio. È la parabola dell'89enne costruttore palermitano Francesco Zummo, ritenuto socio del sindaco mafioso Vito Ciancimino. 

Un percorso giudiziario fatto da una condanna a 5 anni in primo grado e poi un'assoluzione in appello per mafia e favoreggiamento, il sequestro di appartamenti, ville, auto, conti correnti bancari in Italia, Canada e nelle Isole Vergini.

Si sospettava che il costruttore avesse occultato parte del tesoro dell'ex sindaco di Palermo e di aver accompagnato due volte in Canada i figli di Ciancimino, assistendoli nell'acquisto di immobili.

Il tribunale sezione misure di prevenzione non confiscò i beni e dispose per Zummo la sola misura di prevenzione personale per 5 anni, sentenza che in appello fu confermata. Ma la Cassazione bocciò il provvedimento disponendo un nuovo appello che circa un anno fa stravolse l'esito della sentenza e confiscò il tesoro di Zummo.

Allo Stato passò un vero e proprio impero del valore di 150 milioni di euro e costituito da undici aziende, centinaia di conti correnti ed immobili, numerosi appartamenti, ville terreni e aziende agricole a Palermo e provincia e cinque complessi residenziali nella provincia di Siena.

I beni confiscati a Francesco Zummo

Gli investigatori della Dia che hanno indagato sul patrimonio dell'imprenditore sono riusciti a ricostruire tutti i beni che a lui facevano capo. Alla Gitex Gruppo Imprenditoriale spa erano riconducibili 56 unità immobiliari in viale Regione Siciliana 7275, una in viale Regione 8161, 3 in via Partanna Mondello e 2 in via Ts48. Alla Cestel srl, costituita nel 1985 (capitale di un miliardo e 328 milioni di lire a metà tra Francesco Zummo e Francesco Civello), risultavano 15 unità immobiliari in via Caduti sul lavoro 21, 12 in via Caduti sul lavoro 17, una in via Caduti sul lavoro 82, 6 unità immobiliari in via Emilio Salgari, 14 in via Calcante 29, 5 in via Collodi 4, una in via Renato Fucini 2 e 18 unità immobiliari a Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena.

All’Immobiliare Quadrifoglio srl, capitale sociale di 199 milioni di lire suddiviso tra Francesco Zummo (198 milioni) e Giorgio Carbone (un milione) risultavano gli ex Mulini Virga di corso dei Mille 181-189, un edificio di 3200 metri quadrati distribuiti su cinque piani e che, dopo alterne vicende storiche tra cui un bombardamento nel 1943 è diventato sede dell’Istituto Alberghiero Piazza: fruttava poco meno di 60 mila euro al mese di affitto.

Alla Romana Costruzioni spa, costituita nel 1988 e con un capitale sociale di 850 milioni di lire suddiviso tra Zummo (99%) e Civello, risultavano invece 4 terreni e immobili in via Castelforte 105, due immobili in viale dell’Olimpo e un terreno in viale dell’Olimpo. Alla Rovigo Costruzioni srl, costituita nel 1974, con capitale sociale di 20 milioni di lire diviso a metà tra Zummo e Civello, risultavano 5 unità immobiliari a Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, un immobile in via Caduti sul lavoro 70 e un immobile in via Gramsci 6-22-32.

Ma non è tutto: nella lista c'era anche la Ponte Tresa Costruzioni srl, costituita nel 1974, con capitale sociale di 200 milioni di lire anche questo a metà tra Civello e Zummo e con 2 immobili in via Salgari 14 e un immobile in via Giulio Verne 2; la San Pietro Costruzioni srl (capitale sociale di 29,6 milioni di lire suddiviso in parti uguali tra Zummo e Civello), con 4 unità immobiliari in via Vincenzo Petrigni 1 e altre tre unità immobiliari in via Brunelleschi 104; la Roma Costruzioni srl, con capitale sociale di 140,2 milioni di lire, anche questo suddiviso tra Francesco Zummo (poco meno di 75 milioni) e Francesco Civello (poco più di 65 milioni), con 12 terreni in via Brunelleschi e uno in contrada Cruillas; l’Agricola Sif sas di Zummo Flora, costituita nel 1990 e con capitale di 325 milioni di lire suddiviso in parti uguali tra Flora, Ignazio e Sonia Zummo, proprietaria di 2 terreni in viale Regione Siciliana 3610 e altri due terreni in contrada Paterna a Terrasini. L’ultima società nel mirino era la Ag Sinergie, proprietaria di un complesso in viale della Regione 36-48 a Caltanissetta, con 4 negozi tra i 200 e i 400 metri quadri, 40 appartamenti mediamente di 130 metri quadrati, 89 posti auto e 19 box.

La confisca ha riguardato anche beni personali di Zummo, una trentina: tre immobili in via Pergusa, 34 intestati a Francesco Zummo e alla moglie Teresa Macaluso; 4 in via Libertà, tra i civici 109, 111 e 113 intestati a Teresa Macaluso, a cui risultavano riconducibili anche un terreno in contrada Conceria Malaspina, un terreno in contrada Terre Rosse a Monreale, tre terreni in contrada Falsomiele e un immobile sulla statale 113 a Casteldaccia; un terreno in contrada Sperone intestato a Francesco Zummo; cinque immobili in viale Regione Siciliana intestati a Francesco e Ignazio Zummo e a Teresa Macaluso; un immobile sulla statale 113 a Casteldaccia intestato a Zummo e alla moglie; un terreno con immobile il viale Regione Siciliana 3610 intestato a Flora Zummo, a cui risultavano riconducibili anche altri terreni a Casteldaccia, in contrada Piano e in contrada Nutricato; mentre a Sonia Zummo risultavano intestati un immobile in viale Regione Siciliana e uno in via Catania 50.

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