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Blitz contro usura e mafia, la funzionaria di Riscossione Sicilia dava ai clan i nomi dei debitori del Fisco

Operazione Araldo

Entrava in ufficio, andava svelta al computer, lo accendeva. Dipendente ligia e discreta, Mimma Venturella entrava con un click nelle posizioni riservate dei debitori del fisco. Quelli rimasti indietro, a volte indietrissimo, con i versamenti dei tributi in tutte le varie sfaccettature a Riscossione Sicilia. Dalla Tari, al bollo, fino alle tasse di successione. Cifre più piccole, altre lievitate fino ad arrivare ad oltre 100 mila euro. Eccole, le prede fiutate e finite con tanto di somma dovuta e calcolo dell’eventuale condono nella lista nera dei clan.

È uno dei retroscena scoperti degli investigatori nel corso dell'inchiesta che ieri ha portato a 10 arresti per usura e mafia fra Bagheria e Villabate, operazione in cui sono coinvolti anche la funzionaria di Riscossione Sicilia e un avvocato.

L’avvocato - scrive Connie Transirico sul Giornale di Sicilia in edicolaa - chiamava la funzionaria e otteneva le informazioni sopratutto sui clienti che si rivolgevano allo studio per pagare somme calmierate e rateizzate. Che poi, come le indagini avrebbero accertato, erano invece prestate per intero dalle famiglie mafiose.

Numerose le intercettazioni telefoniche nelle quali, ricostruiscono gli inquirenti, la dipendente avrebbe fornito informazioni riservate acquisite violando la privacy dei clienti nel sistema informativo. Con questa «collaborazione», avrebbe però di fatto consentito all’organizzazione di individuare le potenziali vittime cui garantire la possibilità di ricevere dei prestiti a tassi usurai.

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