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Incidente sul lavoro a Cinisi, operaio muore cadendo da un'impalcatura

Un operaio di 67 anni è morto in un cantiere aperto per dei lavori di ristrutturazione di una palazzina privata a Cinisi, in via Venuti. Il nome della vittima è Angelo Giammanco, residente a Terrasini: è caduto da un'impalcatura di 4 metri. E' deceduto sul colpo. Indagano i carabinieri della compagnia di Carini.

Quello degli incidenti sul lavoro è un allarme rilanciato più volte in questa estate costellata da decine di episodi in tutta Italia.

L'allarme dei sindacati sugli incidenti sul lavoro

Nei giorni scorsi sull'argomento è intervenuto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: "Noi siamo impegnati da anni per rivendicare la necessità di costruire una vera, grande strategia nazionale di contrasto agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro, agli infortuni, alle malattie professionali: siamo davanti ad una grande emergenza nazionale. I numeri sono quelli di una guerra invisibile, di una strage inascoltata che va avanti da decenni".

“Una cosa è certa - dichiara Piero Ceraulo, segretario generale della Fillea Cgil Palermo -  Angelo Giammanco era un lavoratore in nero, dai nostri controlli ci risulta che lo stesso Giammanco non aveva una posizione denunciata ad oggi presso gli enti bilaterali delle costruzioni dal 2019, dunque in nero, ma la cosa ancor più grave è che  avendo compiuto i 67 anni a luglio scorso, sarebbe stato prossimo alla così tanto agognata pensione. Non si può continuare a lavorare in edilizia a 67 anni -  prosegue Ceraulo -.  Occorre immediatamente una riforma pensionistica che miri a una fuoriuscita anticipata dal mondo del lavoro per gli edili, dopo la legge Fornero, non è stato fatto alcun passo in avanti in merito a questo tema”.

Incidenti sul lavoro, 1.200 morti l'anno

Le statistiche parlano di più di 1200 morti ogni anno cui si aggiungono migliaia di incidenti più o meno alla ribalta della cronaca. I dati ufficiali denunciano una situazione fuori controllo: su 10 aziende controllate 8 sono fuori regola.

"Ecco perché - dice Sbarra - dobbiamo porre con forza la necessità di intensificare verifiche, controlli, ispezioni, assumere ispettori e medici del lavoro, investire anche sulle tecnologie e sulla ricerca. Dobbiamo fare un grande intervento sulla prevenzione, la formazione, la comunicazione, incrociare le banche dati, assicurare un coordinamento tra tutti i livelli istituzionali , gli enti e le amministrazioni preposte ai controlli. E poi bisogna fare uno sforzo di attuazione ed applicazione della legge 81/2008 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che da 13 anni continua a non essere applicata integralmente. La sicurezza non è un costo, ma un vero investimento dell'impresa sulla qualità del lavoro, sulla produttività, sul miglioramento degli indici reputazionali delle stesse aziende".

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