Affiorano nuovi particolari nell'inchiesta sulla morte di Emanuele Burgio, assassinato alla Vucciria di Palermo. E si indaga anche su un Rolex misterioso, sui contanti trovati addosso alla vittima e su due cellulari.
Uno degli arrestati, come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia in edicola, ha rinunciato al tribunale del Riesame. E' Giovan Battista Romano, il figlio di Domenico e nipote di Matteo, colui che secondo la ricostruzione degli inquirenti ha portato la pistola calibro 9 sul luogo del delitto e l'avrebbe passata allo zio che poi avrebbe fatto fuoco.
Sul movente dell'agguato, tutti i coinvolti concordano, un vecchio rancore tra Burgio e i Romano per un banale incidente: Giovan Battista Romano sarebbe stato sfiorato dallo specchietto del Suv della vittima. Un'auto da oltre 60mila euro, un lusso per un disoccupato come Emanuele Burgio.
In tasca gli investigatori gli hanno anche trovato 1340 euro, ma aveva anche due cellulari, un iPhone e un Alcatel più le chiavi di un maxi scooter Yamaha e quelle del Suv Mercedes. Sul luogo del delitto la polizia ha trovato anche un Rolex, ma non si sa a chi appartenga.
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