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Palermo, morta per una dose di chemio troppo alta: bloccati i beni di un medico

Revocata dalla procura regionale della Corte dei conti la costituzione del fondo creato dall'ex direttore del reparto di oncologia Sergio Palmeri, uno dei medici condannati in sede penale dalla corte d'appello di Palermo per la morte di Valeria Lembo, 34 anni, avvenuta il 29 dicembre 2011, dopo la somministrazione di una dose eccezionalmente alta di farmaco chemioterapico presso l'azienda ospedaliera universitaria Policlinico "Paolo Giaccone" di Palermo.

Attraverso la costituzione del fondo patrimoniale con gli immobili di sua proprietà, come accertato dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria disposti dal procuratore contabile Gianluca Albo, il medico avrebbe tentato di rendere inattaccabile dall'erario i suoi beni. L'azienda ospedaliera ha sostenuto un ingente esborso risarcitorio nei confronti degli eredi della paziente vittima di gravissimo errore sanitario.

"La Procura contabile, con citazione a giudizio dello scorso 23 aprile, ha esercitato l'azione revocatoria per neutralizzare gli effetti del fondo patrimoniale e rendere i beni del medico, in caso di condanna erariale, suscettibili di essere aggrediti e di tutelare il credito erariale per il danno cagionato all'Azienda ospedaliera e per i quali è stata effettuata contestazione provvisoria di responsabilità (invito a dedurre) per un danno pari a un milione 940 mila euro contestato al medico Sergio Palmeri e ad altri sanitari condannati in sede penale: Laura Di Noto, Alberto Bongiovanni, Elena Demma; e anche a Clotilde Guarnaccia, assolta in secondo grado e su cui pende ricorso in cassazione.
Gli approfondimenti istruttori sul danno all'azienda sanitaria sono stati eseguiti dal nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Palermo.

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