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Errore procedurale, condanne annullate a Palermo: cinque imputati di mafia tornano liberi

La prima sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, presieduta da Mario Fontana, ha annullato le condanne di tutti gli imputati del processo Maredolce 2, giudicati col rito abbreviato. Per effetto di questo sono stati scarcerati imputati condannati a pene molto pesanti, a causa della scadenza dei termini di custodia cautelare.

Tutto per un errore procedurale commesso in primo grado, quando il Gup non si era astenuto dal giudizio, pur avendo firmato, durante le indagini, decreti di proroga delle intercettazioni: cosa che secondo i difensori (tra i quali c'erano gli avvocati Antonio Turrisi, Tommaso De Lisi, Corrado Sinatra, Guido Galipò, Rita Maccagnano) lo aveva reso incompatibile.

Le tesi dei legali sono state di recente confermate dalla Cassazione, in un caso gemello, e oggi i giudici di secondo grado hanno annullato le condanne inflitte a Vincenzo Vella, che aveva avuto 20 anni con la continuazione; al mafioso, poi pentito e successivamente uscito da qualsiasi programma di protezione, Giovanni Lucchese, nipote del superkiller Giuseppe e figlio di Antonino, altro mafioso: aveva avuto 17 anni; Giuseppe Caserta aveva preso 18 anni, Claudio D’Amore 17, Cosimo Geloso 16. I cinque sono tutti tornati liberi.

Annullamenti pure per gli imputati a piede libero: Pietro Clemente, che aveva avuto 2 anni, Marcello La Cara (un anno e otto mesi), Tiziana Li Causi (un anno e sei mesi), Bruno Mazzara (due anni e due mesi), Vincenzo Passantino e Salvatore Scaffidi (sei mesi ciascuno), Michele Rubino (8 mesi), Francesco Paolo Saladino (2 anni), Maurizio Stassi (un anno e sei mesi), Francesco Tarantino (un anno e sei mesi).

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