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L'insegnante di Palermo morta dopo il vaccino AstraZeneca, la famiglia presenta un esposto

Cinzia Pennino

I familiari di Cinzia Pennino, la prof dell'istituto Don Bosco di Palermo morta due settimane dopo essere stata vaccinata con AstraZeneca, hanno presentato un esposto e un’istanza di accesso all’Aifa e all'Asp. Ad assistere la famiglia Pennino, gli avvocati  Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano.

Come spiegano i legali, l'istanza di accesso all'Aifa è stata inoltrata "per conoscere le determinazioni sulla distribuzione del suddetto vaccino"; mentre all'Azienda Sanitaria Provinciale "per conoscere le procedure mediche e le terapie seguite a partire dalla fase della somministrazione del vaccino AstraZeneca fino al momento del decesso".

I legali intendono verificare se ci siano profili di responsabilità ma anche criticità legate al consenso informato. Ma soprattutto, i familiari vogliono fare chiarezza su quanto avvenuto: la professoressa infatti una prima volta, era il 7 marzo, era stata rimandata indietro da un medico che si sarebbe rifiutata di vaccinarla; mentre 4 giorni un secondo medico le ha somministrato il farmaco.

"La professoressa Pennino, come tutto il personale dalla scuola - spiegano i legali -, era stata inserita con priorità nel piano vaccinale strategico e, considerate le sue perfette condizioni di salute, dopo avere prenotato tramite il portale riservato al corpo insegnanti, si era presentata alla Fiera del Mediterraneo il 7 marzo 2021. Tuttavia il medico al quale era stata assegnata, pur non riscontrando patologie pregresse, in quell’occasione ha deciso di non somministrarle il vaccino AstraZeneca, probabilmente perché ha ritenuto che la professoressa fosse in sovrappeso, conclusione a cui è giunto tuttavia solo attraverso una visita a occhio nudo ma che ha portato l’operatore sanitario a decidere di non somministrare il vaccino AstraZeneca, né il Pfizer o un altro tipo di siero comunque riservato alle categorie dei soggetti fragili. Inoltre, sempre in quella sede, il medico ha deciso di non riprogrammare l’appuntamento".

Trascorso qualche giorno, Cinzia Pennino ha tentato una nuova prenotazione, stavolta attraverso il call center dedicato al personale scolastico, ottenendo un appuntamento per l’11 marzo. "Quella mattina alla Fiera del Mediterraneo, Cinzia ha trovato un medico diverso che le ha somministrato AstraZeneca, senza sollevare questa volta alcun dubbio o incertezza legati al peso - sostengono ancora gli avvocati Palmigiano e Geraci -. Purtroppo già dall’indomani sono apparsi i primi sintomi: la professoressa ha iniziato ad accusare mal di testa e febbre seguiti, nei  giorni successivi, da dolori addominali e vomito che anziché diminuire crescevano progressivamente".

Dopo avere chiesto un consiglio a una sua cara amica, che di professione fa il medico, il 23 marzo Cinzia Pennino si è presentata al Pronto Soccorso del Buccheri La Ferla, dove in seguito a una serie di esami (tra cui una Tac con mezzo di contrasto) è emersa una trombosi addominale in atto. Nonostante l’immediato trasferimento al reparto di Ematologia del Policlinico di Palermo, la situazione è peggiorata e la professoressa è stata intubata e posta sotto anestesia. Ma tutte le terapie si sono rivelate vane e il 28 marzo è stato comunicato il decesso alla famiglia.

Sulla vicenda il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Spiri hanno aperto un fascicolo.

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