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La tragedia di Marta, morta a 12 anni per una leucemia a Geraci: dai genitori sì alla donazione degli organi

L'Ospedale dei Bambini di Palermo

Nel dolore straziante della perdita della loro figlia di 12 anni, Marta, deceduta per una leucemia fulminante, hanno voluto dire il loro "sì" alla donazione degli organi pensando ai tanti bambini per i quali un trapianto è l’unica possibilità di salvezza.

È una storia di straziante dolore e solidarietà, di civiltà e di altruismo, quella di Antonio e Maria Antonietta Minutella, genitori di Marta. “A causa della leucemia - spiega Tania Lazzaro, direttore dell’UOC di rianimazione dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, dove la bambina è stata ricoverata sabato scorso - non era possibile il prelievo degli organi e questo ha acuito ancora di più il dolore dei genitori, che speravano che la morte della figlia potesse almeno servire a far rinascere altri bambini. Simbolicamente hanno comunque firmato il modulo di consenso alla donazione. Ciò dà l’idea della bellezza di questa famiglia, che ha radicato in sé stessa il concetto di dono”.

L'intera comunità di Geraci Siculo, dove vivono i genitori e la sorella di Marta, si stringe attorno alla famiglia.

“Marta era una bambina vivace e solare” – ricorda il sindaco Luigi Iuppa, che con voce tremante per la commozione continua:  “A nome dell’intera comunità ringrazio la famiglia Minutella per la lezione di vita e umanità, per essere, ancora una volta, un modello per tutti noi. Il messaggio che ne traiamo è che nella sofferenza causata da un lutto atroce e ingiusto, l’egoismo non ci aiuta. Nel nome di Marta – conclude il primo cittadino - ci occuperemo di diffondere sempre più la cultura della donazione di organi per far sì che dove è stato reciso un fiore possa crescere un giardino” .

Il Coordinatore del CRT Sicilia, Giorgio Battaglia aggiunge: “Lasciare il mondo nella primavera della vita è la cosa più difficile per i genitori, ma papà e mamma hanno urlato al mondo la generosità del gesto del donare per dare la vita a tanti che attendono che la morte non abbia l’ultima parola, non per caso questo gesto giunge nella settimana Pasquale”.

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