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Assenteismo all'ufficio dei servizi cimiteriali a Palermo: la spesa con il carro funebre, i nomi degli indagati

L'ennesimo caso dei "furbetti del cartellino" al Comune di Palermo è iniziato con una segnalazione di un dirigente, che voleva vederci chiaro su certi atteggiamenti dei dipendenti dei servizi cimiteriali che non lo convincevano affatto. E così i carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e la polizia Municipale si sono messi alle calcagna di chi doveva compiere degli specifici compiti e che invece faceva tutt'altro. Come, ad esempio, andare a fare la spesa a bordo dello stesso carro funebre con il quale poco prima aveva accompagnato una salma al cimitero.

Questo è uno degli spaccati che si leggono nell'ordinanza di applicazione della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per 18 dipendenti comunali delle società partecipate del Comune Reset e Coime, accusati di falsa attestazione di presenza in servizio e truffa ai danni dell’amministrazione. A parte loro, ci sono altre 37 persone indagate.

Gli inquirenti hanno accertato un fenomeno di assenteismo di massa - 2000 le timbrature sospette - di quasi due decine di dipendenti dell’ufficio comunale che si occupa di impianti cimiteriali. In particolare, l’attività d’indagine svolta dal Carabinieri si è concentrata sulle assenze dei dipendenti, sia comunali che delle società partecipate Reset e Coime, che prestano servizio all’interno degli uffici dei Servizi Cimiteriali del Comune di Palermo, in via Lincoln. I militari hanno scoperto che gli impiegati finiti sotto inchiesta timbravano per altri colleghi per fingerne la presenza in servizio o consentire loro di assentarsi durante il lavoro.

Nel corso di 5 mesi d’indagine, i militari hanno documentato quasi 2.000 "timbrature sospette", di cui 240 sviluppate e contestate. Circostanze che testimoniano che si trattava di un fenomeno diffuso tra gran parte dei dipendenti dell’ufficio comunale.  Gli agenti della polizia municipale hanno indagato invece su un gruppo di dipendenti comunali addetti ai servizi di assistenza ai funerali e impiegati, dunque, prevalentemente in mansioni esterne. Spesso, piuttosto che assolvere i loro compiti di
assistenza, stavano in giro per la città per sbrigare cose personali o rientravano in ufficio in anticipo rispetto all’orario previsto.

Ecco i nomi dei 18 per i quali è scattata la misura cauterale: Salvatore Buongiorno, 53 anni Francesco Confalone, 63 anni, Giovanni Crivello, 59 anni, Gioacchino D'Asaro, 64 anni, Antonino Di Fede, 61 anni, Francesco Di Giovanni, 48 anni, Rosario Di Vincenzo, 64 anni, Giuseppe Fini, 62 anni, Lucio Marullo, 54 anni, Domenica Occhipinti, 49 anni, Napoleone Pirinei, 46 anni, Giuseppe Polizzi, 50 anni, Salvatore Pullara, 53 anni, Maurizio Romeo, 52 anni, Luigi Runza, 53 anni, Antonino Russo, 46 anni, Domenico Schimmenti, 50 anni, Aurelio Scirè, 61 anni.

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