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Omicidio Agostino, confermata la richiesta di processo al boss Scotto

Antonino Agostino e Ida Castelluccio

«La ricostruzione dell’omicidio è stata particolarmente complessa e ha visto la convergenza di interessi di polizia e servizi deviati, da un lato, e cosa nostra dall’altro». Lo ha detto il pg di Palermo, Domenico Gozzo, confermando la richiesta di rinvio a giudizio per il boss Gaetano Scotto, (accusato di duplice omicidio aggravato) e Francesco Paolo Rizzuto (accusato di favoreggiamento aggravato), davanti al giudice nell’udienza preliminare per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso assieme alla moglie il 5 agosto 1989. Il terzo indagato, Antonino Madonia, accusato di duplice omicidio aggravato, ha invece optato per il rito abbreviato: il suo processo sarà celebrato il 27 novembre.

Nel corso dell’udienza all’aula bunker - presente anche il Vincenzo Agostino, papà dell’agente ucciso, e una sorella, entrambi parti civili rappresentati dall’avvocato Fabio Repici - l’accusa ha anche ricordato che «proprio le complesse attività di indagini e le convergenze di interessi tra cosa nostra, polizia e servi hanno determinato le difficoltà a ricostruire i fatti».

Secondo l’accusa - rappresentata anche dal pg Umberto De Giglio - è provato che «alcuni collaboratori di giustizia hanno subito minacce mentre erano sotto protezione».

«Sono soddisfatto del lavoro portato avanti dalla procura generale per chiarire i fatti che riguardano mio figlio», ha commentato Vincenzo Agostino, alla fine dell’udienza. «E' certo che il poliziotto Agostino non faceva il piantone - ha detto da parte sua l’avvocato Repici - ma il cacciatore di latitanti ed è questa la ragione dell’omicidio».
Il 23 novembre sarà la volta delle parti civili e il 30 parleranno i difensori dei due indagati.

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