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Tappa a Palermo per l'attentatore di Nizza: interrogato l'amico che l'ha ospitato

Una immagine di Brahim Aouissaoui

Indagine della Procura di Palermo sui contatti avuti a Palermo da Brahim Aoussaoui, il tunisino responsabile della strage di Nizza arrivato nel capoluogo siciliano da Bari.

La Digos ha interrogato alcuni testimoni per ricostruite le frequentazioni di Aoussaoui rimasto in Sicilia due settimane. Ad ospitarlo non sarebbero stati parenti, ma alcuni conoscenti. La polizia avrebbe già sentito alcuni testimoni e acquisito tabulati telefonici. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Marzia Sabella.

Prima di prendere un coltello e uccidere tre persone nella cattedrale di Nizza, dunque, Aoussaoui ha fatto una terza tappa in Italia, a Palermo. In Sicilia, hanno infatti ricostruito gli investigatori e gli 007, è andato a trovare un conoscente, che si è preso cura di lui e lo ha ospitato. Per 15 giorni, ha raccontato l'uomo, il 21enne non ha avuto alcun atteggiamento particolare né ha destato sospetti.

La Tunisia, intanto, chiederà l'estradizione del 21enne. Lo ha detto a France 24 il portavoce e sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tunisi, Mohsen Dalì, aggiungendo che intanto proseguono le indagini sulla famiglia e l'entourage del giovane tunisino per cercare di far chiarezza su eventuali suoi contatti con il mondo del radicalismo in patria. Proseguono anche le indagini della procura antiterrorismo di Tunisi sulla presunta esistenza del gruppo terroristico 'Al Mahdi nel sud della Tunisia' e sul suo potenziale coinvolgimento nell'attacco terroristico di Nizza.

L'avvio di quest'indagine segue un post sui social di un individuo che ha affermato di appartenere al gruppo che avrebbe rivendicato la responsabilità dell'attacco in Francia. La sigla del gruppo appare infatti al momento sconosciuta agli inquirenti, rivelano fonti locali.

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