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No al carcere, rigettata la richiesta dei pm per Candela: resta ai domiciliari

Antonino Candela

Il Tribunale del riesame in sede di «appello» ha rigettato la richiesta con cui Procura di Palermo voleva portare in carcere l’ex direttore generale dell’Asp 6 e ex commissario anti-covid della Regione Sicilia, Antonio Candela. La decisione è stata presa dai giudici della sezione feriale, che hanno accolto le tesi dell’avvocato Giuseppe Seminara, dopo il ricorso presentato dai pubblici ministeri dell’inchiesta Sorella sanità.

L’ipotesi dell’accusa è quella di una serie di tangenti che sarebbero state pagate per agevolare aziende che partecipavano ad appalti di forniture di tecnologia e attrezzature a ospedali e aziende sanitarie, per 600 milioni di euro. I magistrati avevano sostenuto la sussistenza di una serie di condizioni per aggravare la misura degli arresti domiciliari, imposti a Candela dal 21 maggio scorso.

L’ex dirigente è accusato di corruzione assieme ad altre persone. Nei confronti di 15 di loro, che rispondono anche di turbativa d’asta, falso e altri reati, la Procura ha pure chiesto l’aggravamento della misura di custodia, il carcere o i domiciliari.

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