Un portiere di un grande residence di via Tommaso Natale accusato si essere sentinella della mafia a Palermo. Secondo gli inquirenti Giuseppe Enea, 30 anni, arrestato la scorsa settimana nella retata contro il clan capeggiato da Giulio Caporrimo, controllava i lavori in zona, l’arrivo dei camion, la presenza degli imprenditori. E poi riferiva ai boss che organizzavano estorsioni e furti.
Enea, come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia in edicola, è l’unico fra i 10 arrestati dell’inchiesta e risponde di due estorsioni aggravate dal favoreggiamento a Cosa nostra, assieme a suo cugino, il capomafia Nunzio Serio, Francesco Paolo Liga ed a Vincenzo Taormina, un impiegato della Rap che in realtà gestisce un’impresa edile vicina all’organizzazione.
Secondo la ricostruzione dell’accusa Giuseppe Enea, svolgeva un ruolo strategico per la famiglia mafiosa di Tommaso Natale, essendo il portiere di un residence per il quale sono necessarie continue opere edili di piccola e grande manutenzione.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia