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La talpa dei boss di Brancaccio, la fitta rete di contatti e i misteriosi omicidi

Vincenzo Di Blasi, 8 anni e 6 mesi

Sempre pronto ad aiutare i boss. Il poliziotto in pensione Vincenzo Di Blasi prestava "servizio" almeno da 10 anni alla cosca di Brancaccio e subito dopo è stato condannato a 6 anni di reclusione. Salvo poi essere stato scarcerato nel 2015. Adesso torna in manette, l'uomo che ha tradito la sua divisa, per concorso esterno in associazione mafiosa.

Probabilmente i suoi legami con la mafia, come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia di oggi, risalgono alla sua amicizia con Emanuele Piazza, il giovane collaboratore dei servizi segreti ucciso nel 1990. Di Blasi partecipò anche sulla sua scomparsa. E dire che si conoscevano bene: Di Piazza si recava spesso al commissariato San Lorenzo per cercare informazioni.

Proprio il suo nome si sente nelle intercettazioni che hanno rispedito in carcere Di Blasi, insieme a quello di un'altra vittima di Cosa Nostra, il poliziotto Nino D'Agostino ucciso il 5 agosto 1989 insieme alla moglie Ida Castelluccio.

Una lunga lista di contatti quella in possesso di Di Blasi, nominati nelle intercettazioni e a cui gli inquirenti stanno cercando di dare un volto.

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