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Coronavirus, positiva dipendente di Almaviva a Palermo: dopo polemiche parte lo smart working

Il caso di coronavirus nel call center Almaviva di Palermo è confermato. Contagiata una dipendente, che attualmente è ricoverata all'ospedale Cervello.

Almaviva ha comunicato alle Rsu che l’Asp ha richiesto tramite il medico aziendale, l’elenco di tutte le persone in aula giorno 2 marzo e presenti sul servizio giorno 5 mattina, per attivare il protocollo di quarantena. Il protocollo prevede la comunicazione da parte dell’Asp ai relativi medici curanti che contatteranno direttamente i colleghi interessati.

La dipendente, che sarebbe stata nei giorni precedenti in una città del nord, è ricoverata nel reparto malattie infettive dell’ospedale «Cervello» ed era in servizio al 1500, il numero di utilità sociale attivato per le informazioni ai cittadini sull'emergenza coronavirus. «Abbiamo ribadito all’azienda - spiega la Uilcom - che i contatti avuti dalla collega non possono essere limitati all’elenco richiesto dall’Asp, ma sono indeterminabili all’interno del sito». L’azienda ha inoltre comunicato, secondo quanto riferito dai sindacati, che in queste ore avranno esito le interlocuzioni relativamente allo smart working da parte dei committenti.

Dopo le polemiche sui rischi di contagio mosse da lavoratori e sindacati, Almaviva Contact ribadisce la volontà di avviare la fase di smart working: "Ferma restando la continuità dell’impegno nell’assicurare puntuale aggiornamento sulle iniziative intraprese e sugli sviluppi attesi, anche ad horas attraverso le rappresentanze dei lavoratori - si legge in una nota -, Almaviva Contact torna a confermare la decisione assunta e comunicata di procedere entro la giornata di oggi alla sospensione dell’attività del centro e contestualmente, con la necessaria collaborazione dei committenti, al passaggio in modalità di lavoro remotizzato".

Venerdì il call center aveva comunicato la decisione di sospendere entro le successive 72 ore - che scadono dunque oggi - tutte le attività dei lavoratori nei propri call center sul territorio nazionale, oltre 5 mila, che non possano essere gestite attraverso smart working, remotizzando l’operatività presso il domicilio dei lavoratori, modalità già adottata da 3500 dipendenti del gruppo nel settore IT.

Sul caso della dipendente risultata positiva, l'azienda precisa: "In attesa delle richieste e necessarie indicazioni sanitarie, la direzione aziendale ha provveduto in via di massima cautela, e nel corso della notte scorsa, ad un nuovo intervento di pulizia e sanificazione dei locali e degli strumenti aziendali secondo quanto previsto dal Ministero della Salute. In base alle successive indicazioni dell’autorità sanitaria ricevute questa mattina, l’azienda ha trasmesso il riscontro dell’intervento eseguito e sta assicurando piena collaborazione alla più tempestiva conclusione dell’indagine epidemiologica in corso, finalizzate alla adozione delle misure necessarie ed opportune da parte della autorità sanitaria stessa".

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