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Omicidio al Cep di Palermo, l'omertà del quartiere e la pista della lite in famiglia

Il lago di sangue nel luogo dell'agguato al Cep

Prende peso la pista della lite in famiglia nelle indagini sull'omicidio di Francesco Paolo Lombardino, il manovale di 47 anni assassinato con un colpo di pistola al Cep. Secondo quanto si legge in un articolo a firma di Virgilio Fagone sul Giornale di Sicilia, gli investigatori della squadra mobile, dopo gli interrogatori dei parenti della vittima, ritengono che il delitto sia da inquadrare in contrasti tra congiunti probabilmente legati a faccende di natura economica.

Attriti sfociati in un chiarimento nel cuore della notte tra giovedì e venerdì in piazza Benvenuto Cellini, dove vivono alcuni parenti del carpentiere coinvolti in passato in un'indagine sullo spaccio di droga. Al culmine della contesa, Francesco Paolo Lombardino è stato raggiunto da un colpo di rivoltella, forse una calibro 30, alla coscia sinistra. Il proiettile gli ha tranciato l'arteria femorale senza dargli scampo. Un nipote lo ha soccorso e lo ha condotto in auto al pronto soccorso dell'ospedale Cervello. Lo ha abbandonato su una barella e poi è scappato, scomparendo fino al pomeriggio.

Adesso gli investigatori della squadra mobile, coordinata da Rodolfo Ruperti, danno la caccia all'assassino, a colui che ha impugnato la pistola e ha fatto fuoco. Nel quartiere un impenetrabile muro di omertà, le bocche sono cucite.

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