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Incendio nella pizzeria Impastato, fiume di solidarietà al fratello di Peppino

La pizzeria Impastato

I danni ammontano a circa 10 mila euro ed è il secondo incendio doloso in otto anni. Nel mirino la pizzeria di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, l'attivista antimafia assassinato nel 1978. E adesso nei suoi confronti e della sua famiglia arriva una pioggia di solidarietà.

"L'incendio della pizzeria Impastato è un segnale pesante e terribile - dice il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra -. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà ma anche la mia preoccupazione. Sono segnali che non devono essere assolutamente sottovalutati. C'è puntualmente nel nostro Paese un rigurgito di segnali mafiosi che attraversano ogni territorio. Sono crimini spia di una mafia che giorno dopo giorno viene messa all'angolo dalle forze dell'ordine, dalla magistratura e dai cittadini che costruiscono comunità libere da questa violenza. Il nome Impastato è per noi segno di forza e coraggio, di coerenza e di speranza e per questo ci stringiamo più forti a Giovanni".

"Per la seconda volta la pizzeria di Giovanni Impastato è stata oggetto di un atto violenza, gli esprimo forte solidarietà. L'incendio doloso poteva essere di proporzioni ben più gravi, da quel che si apprende, ma in ogni caso, al di là dei danni materiali, si tratta di un segnale orribile dell'incombenza di poteri criminali che sfidato realtà significative e libere come quella di Giovanni Impastato". Così la presidente della commissione Giustizia della Camera, Francesca Businarolo.

Anche la rete di Libera esprime solidarietà. "A Giovanni e alla sua famiglia la vicinanza e la corresponsabilità dell'intera rete di Libera. Una vicinanza non solo a parole ma nella concretezza dei fatti. Con Giovanni e la sua famiglia, nostri compagni di viaggio, siamo schierati dalla stessa parte quella della giustizia sociale e dell'impegno per rendere il paese libero dal giogo criminale". Così la rete di Libera esprime solidarietà dopo l'incendio della pizzeria di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia.

Sul caso interviene M5s. "Ancora un atto vile e preoccupante ai danni di luoghi e persone che rappresentano la lotta alle mafie - dichiarano i componenti del MoVimento 5 Stelle della commissione parlamentare d'inchiesta Antimafia -.  Per fortuna l'intervento dei vigili del fuoco è riuscito a scongiurare danni irreparabili. Tutto questo è inaccettabile e l'escalation di atti intimidatori nei confronti della società civile che lotta ogni giorno per un Paese migliore e libero dalle mafie, non possono essere ignorati. Nell'esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a GiovanniImpastato e alla sua famiglia, ribadiamo ancora più forte che il nostro impegno nel contrastare ogni tipo di mafia non si arresterà".

L'allarme del Pd dopo l'incendio doloso: "Non è la prima volta che accade, siamo al secondo atto intimidatorio che vuol colpire un simbolo dell'antimafia come è la famiglia Impastato. Conosco Giovanni, il suo coraggio e la sua determinazione ed è per questo motivo che sono certo andrà avanti, senza paura, col suo lavoro e la sua testimonianza quotidiana". Lo scrive in una nota Stefano Vaccari, della Segreteria nazionale del Partito democratico.
"Voglio dire a lui ma soprattutto a chi ha incendiato la sua pizzeria - aggiunge -, che tutto il Partito democratico lo sostiene perché su questi temi siamo in prima linea, al fianco di Giovanni e di tutti coloro che combattono la mafia al sud come al nord del Paese".

Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha espresso “solidarietà e vicinanza” a Giovanni Impastato. Al contempo, il sindaco ha invitato Impastato “a non demordere, impedendo così che possa prevalere la legge ferina dei parassiti e dei  prepotenti ed ha espresso fiducia che si possano individuare e sanzionare gli autori di questo ignobile gesto”.

I danni ammonterebbero a circa 10 mila euro. Si è bruciato parte del tetto e dell'impianto elettrico. In queste ultime settimane il locale è in fase di ristrutturazione per superare i rilievi emersi da un'indagine della polizia municipale di Carini dopo la presentazione di un esposto anonimo.

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