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Un anno fa l'alluvione e i morti: Corleone in marcia per ricordare Liotta

Dodici mesi. È trascorso un anno da quando Giuseppe Liotta, il pediatra di 40 anni, perse la vita nell'alluvione che ha tragicamente colpito il Palermitano nella notte tra il 3 e il 4 novembre. Si stava recando all'Ospedale dei Bianchi di Corleone, ma dai suoi piccoli pazienti non è mai arrivato, fermato dal maltempo. Acqua e fango trascinarono il corpo di Liotta lontano da dove venne trovata la sua auto. Furono giorni di ricerche, di appelli, di disperazione e di speranza ma alla fine ci si dovette fermare davanti al ritrovamento del cadavere.

Furono giorni di lutto per l'intera città, chi conosceva il medico e chi non l'aveva mai visto pregava per lui e per la sua famiglia, per la moglie e i due piccoli figli.

E per ricordare il giovane medico, questa mattina, si è svolto il "Cammino per non dimenticare". La partenza è avvenuta intorno alle 9 da piazza Falcone e Borsellino, a Corleone, e si è raggiunto l'albero di ulivo, piantato dai medici dove venne ritrovata la sua auto, che è stato benedetto dopo una messa in ricordo di Liotta. Presenti i familiari, gli ex colleghi e i volontari che supportarono le operazioni anche di notte, soprannominati "Angeli del fango", alcuni dei quali hanno organizzato la marcia di questa mattina.

Stamani il Consiglio comunale di Corleone, a cui hanno partecipato anche gli zii di Liotta, si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare il medico dagli occhi azzurri e gentili, che ha curato tanti bambini qui, entrando nel cuore di tutta Corleone. “Ricordarlo ci sembrava il minimo - ha detto il presidente del Consiglio, Pio Siragusa -. Era un grandissimo medico e ha perso la vita a causa della sua passione e del suo attaccamento al dovere. I suoi familiari sono corleonesi a tutti gli effetti”.
All’unanimità, senza differenze di colore politico, il Consiglio ha approvato la mozione per intitolare al pediatra il Centro funzionale della Protezione civile, che al suo interno ospita il C.o.C., il Centro operativo comunale. Si trova in via Santa Lucia e gestisce le situazioni di emergenza, proprio come quella che scattò un anno fa, in occasione delle piogge torrenziali che hanno devastato buona parte del territorio.
“In quei giorni - ha affermato il sindaco, Nicolò Nicolosi - l’impegno della protezione civile, delle autorità militari, ma anche di tanta gente comune è stato intenso. Tutti cercavano di fare qualcosa per alleviare le sofferenze di chi ha subito dei danni. Siamo vicini a questa famiglia. Il dolore di una moglie, dei figli, dei genitori e dei familiari non è sicuramente immaginabile, ma tutti noi abbiamo sofferto per questo medico di grande valore. Vogliamo ricordarlo come esempio di dedizione al lavoro”.
“Anche a Montecitorio si è parlato di Giuseppe Liotta - ha evidenziato il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle Giuseppe Chiazzese - e anche lì, fino alla fine, si respirava aria di speranza”.
Nel luogo in cui Liotta venne ritrovato, i pediatri dell’ospedale di Corleone hanno piantato un albero di ulivo per ricordare il loro collega. Alla cerimonia, che ha seguito la messa a Tagliavia, hanno partecipato i genitori di Giuseppe Liotta, le sorelle, i familiari, gli amici, esponenti dell’amministrazione comunale, della Protezione civile, autorità militari, tanta gente comune che è venuta a dare un altro saluto al medico. E c’è un altro bel gesto di solidarietà da sottolineare: il vivaio corleonese dov’è stato acquistato l’ulivo devolverà il ricavato della vendita all’organizzazione Medici per l’Africa Cuamm che si occupa della tutela della salute delle popolazioni africane.
“Per comprensibili ragioni - ha detto Marilena Liotta, sorella del pediatra - ritornare qui non è stato semplice per noi. Ma la creazione di questo piccolo giardino, questo angolo della memoria dove custodire il ricordo di Giuseppe, ci dà forza e un po’ di conforto. Il ricordo e la memoria perpetuano la vita e tu, Giuseppe, sei vivo perché hai amato e sarai sempre amato”. Per concludere un lancio di palloncini bianchi da parte di alcuni bimbi, piccoli pazienti di questo grande medico.

Palermo non dimenticherà cosa avvenne in quei drammatici giorni: a causa del maltempo morì il medico a Corleone e, a Casteldaccia, altre 9 persone. La casa di Giuseppe Giordano, in contrada Dogali Cavallaro, venne investita dal fango: il maltempo che durante quel fine settimana aveva colpito il Palermitano aveva provocato l'esondazione del torrente Milicia.

Oggi per ricordare le vittime è stata celebrata a Palermo nella parrocchia Madonna di Lourdes alla Zisa. Il fiume di fango e acqua travolse la villetta presa in affitto dalla famiglia di Giuseppe Giordano  a Casteldaccia. Quella sera morirono la moglie Stefania Catanzaro, 32 anni, il figlio Federico di 15 anni, e la piccola Rachele di 1 anno, i genitori di Giordano, Antonino di 65 anni, e la moglie Matilde Comito di 57; ed ancora, la sorella Monia Giordano, 40 anni, il figlio della donna, Francesco, di 3 anni, il fratello di Giuseppe Giordano, Marco, 32 anni, oltre alla nonna del piccolo Francesco, Nunzia Flamia, di 65 anni. Gli unici a salvarsi, furono oltre a Giuseppe Giordano, commerciante, aggrappatosi ad un albero per sfuggire alla furia dell’acqua, la figlia Asia oggi 12 anni, il cognato Luca Rughoo, la nipote Manuela, coetanea di Asia, che erano usciti per andare a comprare i dolci.

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