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Le rotte dei signori della droga, blitz a Palermo con 23 arresti

Alessandro Anello

Ricostruite le rotte della droga che rifornivano Palermo, non solo quelle nazionali ma anche internazionali. Alle prime luci dell’alba è partita una vasta operazione con cui la polizia ha inflitto un duro colpo, l’ennesimo, ai signori degli stupefacenti.

L’operazione “Green Finger” condotta da personale della Squadra Mobile palermitana, su delega della Dda, ha portato a 23 arresti con l'accusa a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti. Si tratta di due distinte organizzazione che avevano creato un vasto giro di droga, dove la piazza palermitana era snodo fondamentale, nel passaggio dall’ingrosso al “dettaglio” dello stupefacente.

Dodici persone in carcere, 11 ai domiciliari. In carcere Salvatore Drago Ferrante, 55 anni; Alessandro Longo, 36 anni; Alessandro Anello, 39 anni; Angelo Cacocciola, 41 anni; Tommaso Lo Verso, 41 anni; Giuseppe Faia, 33 anni; Francesco Antonino Fumuso, 52 anni; Giuseppe De Luca, 42 anni; Agostino Giuffrè, 55 anni; Giuseppe Bronte, 25 anni; Mohammed Essarrar, 63 anni; Tiziana Urso, 44 anni;

Arresti domiciliari per Leonardo Alfano, 28 anni; Giuseppe Chiavello, 43 anni; Gaetano D'Amore, 38 anni; Gianfranco Di Benedetto, 29 anni; Vincenzo Di Maio, 33 anni; Pietro Lo Duca, 31 anni; Sebastiano Lorefice, 42 anni; Roberto Pasca, 41 anni; Calogero Rio, 57 anni; Johnny Salerno, 24 anni; Pasqualino Urso, 47 anni.

Le indagini degli investigatori già a partire dal 2015 si sono soffermate proprio sui “grossisti” dello stupefacente: sono state smantellate due organizzazioni criminali, indipendenti ed estranee l’una dall’altra, “specializzate” rispettivamente nel procurare grossi carichi di cocaina ed hashish.

In una prima fase di indagini, sono state registrate le rotte, i collegamenti e i rapporti intrattenuti tra i sodali dell’associazione a delinquere con soggetti della malavita anche internazionale che dall’Argentina, dopo tappe intermedie europee, avrebbero fatto giungere in città grossi quantitativi di cocaina. La droga arrivava in Sicilia dentro piccoli pacchi,  nascosta nel fondo delle valigie.  Dal Sudamerica i corrieri sbarcavano a Parigi e poi raggiungevano Palermo in treno o in auto. A Bagheria la centrale dello smistamento, lì vivevano alcuni trafficanti ritenuti vicini alle cosche.

Le indagini hanno fatto luce anche sui rilevanti carichi di hashish giunti nel capoluogo dal Marocco e distribuiti in altre province: la piazza palermitana infatti avrebbe assunto un ruolo di “raccolta regionale ed interprovinciale” della droga, nonchè centro di smistamento.

L’hashish che giungeva dall'Africa sarebbe rimasto in “stoccaggio” all’interno di magazzini del nord-Italia fin quando non veniva acquistato dai palermitani che lo importavano nel capoluogo, soprattutto a Villabate. Grossi quantitativi, se si pensa che nel capoluogo sono arrivati oltre 1000 chili di droga, 700 dei quali sono stati sequestrati in più tranches dalla polizia con il relativo arresto dei corrieri. Notevoli anche, in corso d’indagine, i sequestri di coltivazioni di cannabis effettuati dalla Squadra Mobile nel palermitano.

Una delle due associazioni che importavano a Palermo ingenti quantitativi di stupefacente era promossa da Salvatore Drago Ferrante che, nonostante fosse sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, aveva creato un’associazione per delinquere finalizzata all’importazione di cocaina da Buenos Aires con l’invio in Argentina di corrieri. L'uomo era coadiuvato da Giuseppe Faia e da Tommaso Lo Verso che eseguivano le direttive per le operazioni di importazione e trasporto della cocaina.

In un caso, proprio Lo Verso ha partecipato all’organizzazione del trasporto di 3,150 chili di cocaina, facendo da scorta al corriere, il quale prelevava lo stupefacente proveniente dall’Argentina in Francia e lo trasportava in auto. L'uomo, però, venne scoperto e arrestato nella località di Viry.

Un’altra trattativa documentata dagli acquirenti riguarda l’acquisto in Argentina di un’altra partita di cocaina per un valore complessivo di 29 mila euro. Calogero Rio si era recato in Sud America ma, nonostante il pagamento della somma di denaro, la partita di stupefacente non è stata poi consegnata.

Drago Ferrante ha cercato anche di attivare un nuovo canale di approvvigionamento di cocaina con un soggetto non identificato in Ecuador e anche in questa circostanza, dopo il trasferimento di una somma di denaro necessaria per le prime spese, ha inviato Giuseppe Faia, per fargli condurre di persona le fasi della trattativa poi non conclusasi.

Del secondo sodalizio criminale era promotore Francesco Antonino Fumuso che, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari per altri reati, importava ingenti quantitativi di hashish, attraverso contatti con soggetti stranieri operanti sul territorio nazionale tra cui il marocchino, residente nelle Marche, Mohamed Essarrar, responsabile dello smistamento in Italia di ingenti quantitativi di tale sostanza stupefacente, per conto di fornitori che si trovavano in Marocco.

Dell’associazione facevano parte anche Giuseppe Bronte, Giuseppe De Luca, Agostino Giuffrè, all’epoca delle indagini latitante, che eseguivano le direttive impartite da Fumuso per l'importazione e trasporto della sostanza e l’individuazione dei corrieri.

L'hashish inizialmente veniva stoccato in un magazzino di Vicenza, gestito da De Luca che, facendo spesso la spola tra Palermo ed il Nord Italia, assicurava e gestiva l’invio a Palermo dei vari carichi di droga e poteva contare nell’hinterland milanese sulla collaborazione di Giuffrè.

La sostanza  stupefacente veniva così acquistata e trasportata dalla provincia di Milano, da Vicenza o dalla provincia di Alessandria verso Palermo. In un caso era stato acquistato un carico di mille chili circa di stupefacente del tipo hashish da immettere a Palermo di cui 718 sono stati sequestrati. Nel 2015 e 2016 sono stati intercettati i carichi di ingenti partite di hashish e l'arresto dei corrieri: il 7 settembre del 2015 a Palermo venne fermato Giuseppe Sinagra e sequestrato 200 chili di hashish, il 12 novembre, sempre del 2015, venne arrestato Vincenzo Gennaro e sequestrati 93 chili di hashish, il 20 gennaio del 2016 vennero arresti a Termini Imerese Antonio Pillitteri e Melchiorre Martini e sequestrato 95 chili di hashish, il 18 febbraio del 2016 venne arrestato a Palermo Daniele Boncimino e sequestrato 150 chili di hashish, il 28 aprile del 2016 venne arrestato a Palermo Gaetano D'Amore e sequestrato 60 chili di hashish. E, ancora, il 2 maggio del 2016 venne arrestato a Vicenza di Giuseppe De Luca e sequestrato 110 chili di hashish e, infine, il 3 agosto del 2016 venne arrestato a Palermo Fabio Salerno e sequestrati di 10 chili di hashish.

È stato anche ricostruito il trasporto a Palermo di 204 chili di hashish che De Luca aveva acquistato nei pressi di Alessandria. A Palermo lo stupefacente sarebbe stato materialmente ricevuto e conservato da Giuseppe Bronte.

Dalle indagini è emerso che quest'ultimo, per mezzo di corrieri che provvedevano al trasporto, inviasse la droga a Pasqualino e Tiziana Urso e Sebastiano Lorefice, tutti residenti a Siracusa. Nell'agosto del 2016, il corriere siracusano Fabio Salerno venne arrestato in flagranza di reato, a Palermo, dove si era recato per ricevere da Bronte 10 chili di hashish.

Inoltre, è stato ricostruito anche il ruolo degli altri arrestati: Alessandro Longo e Vincenzo Di Maio effettuavano cessioni di cocaina a vari clienti tra i quali Leonardo Alfano, Giuseppe Chiavello, Jonny Salerno, Pietro Lo Duca, Alessandro Anello, Gianfranco Di Benedetto, Angelo Cacocciola, che acquistavano per la successiva cessione a terzi. Il 22 aprile del 2015,venne arrestato a Partinico Leonardo Alfano e sequestrati 20 grammi di cocaina mentre il 18 luglio del 2015 venne arrestato Alessandro Longo per detenzione di 600 grammi di cocaina;

Infine, le indagini, hanno permesso di individuare nel giugno del 2015 anche una piantagione di cannabis indoor in zona Giacalone e arrestato Domenico Scarantino e Giacomo Di Maio e sequestrato 230 piante di cannabis.

 

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