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Palermo, riapre il bar Santoro. Il titolare: "Si riparte, sono felice"

Riapre il bar Santoro in piazza Indipendenza a Palermo. Lo ha deciso il presidente del Tar di Calogero Ferlisi che ha sospeso i provvedimenti che avevano portato alla chiusura disposta del Suap del comune di Palermo. La richiesta di sospensiva è stata presentata dal gestore del bar, Piero Santoro, assistito dagli avvocati Alessandro Dagnino e Ambrogio Panzarella. Secondo quanto accertato dagli uffici comunali il bar, aperto da 65 anni, non aveva l’agibilità.

«L'ufficio ritenuto competente dal Suap per il rilascio del certificato di agibilità (ufficio sportello unico edilizia) ha,
dapprima, ritenuto (infondatamente) che 'allo stato, è inammissibile il rilascio del certificato di agibilità', da
ultimo, si è dichiarato incompetente alla conclusione del procedimento avviato», si legge nel provvedimento del Tar.

«La soprintendenza, erroneamente interpellata dal Comune, ha evidenziato che essa 'non è titolata ad esprimere parere in sanatoria precisando che l’esclusiva competenza dell’iter relativo all’ammissibilità del condono edilizio sulla base dell’istanza sopra citata, si attesta a codesto Comune - si legge ancora - e che il mancato rilascio dell’agibilità
dell’immobile in questione non è imputabile all’odierno deducente» che «ha richiesto l’agibilità dell’immobile in
questione con nota nel 2001, successivamente integrata».

Per il presidente del Tar il commerciante si è trovato «inerme dinanzi al rimbalzo di competenze tra gli uffici comunali e alle erronee valutazione degli stessi in ordine ad asseriti vincoli gravanti sull'area, esclusi invece dalla soprintendenza». Il Tar ha disposto in attesa del giudizio «l'immediata ripresa dell’attività commerciale esercitata e, in ogni caso, la conservazione della validità ed efficacia delle autorizzazioni numero 93 del 29 luglio 1980 e dell’autorizzazione numero 9804 del 9 marco 1981». «Sono felice - dice Piero Santoro - adesso riprenderò l’attività e potrò tornare a lavorare. E’ stato un mese lungo e difficile. Adesso ripartiamo». (ANSA).

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