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Soldi ed escort per evitare i controlli sui rifiuti, 5 condanne a Palermo

Tangenti, televisori ed escort per corrompere e farsi corrompere, cinque condanne per un dirigente regionale e quattro imprenditori. Le ha decise la terza sezione del Tribunale di Palermo, che ha condannato a nove anni Gianfranco Cannova, funzionario dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente; a sei anni il titolare di un’azienda catanese, la Oikos, Domenico Proto, che gestiva la discarica di Motta Sant'Anastasia (Catania); quattro anni ciascuno poi a Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (Messina), e ai fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della Soambiente di Agrigento.

Prevista una provvisionale di centomila euro per il Comune di Motta, che era parte civile, mentre non lo era la Regione Sicilia, che quando iniziò il processo era presieduta da Rosario Crocetta.

I giudici del collegio presieduto da Fabrizio La Cascia hanno accolto le tesi del pm Claudia Bevilacqua, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis. Cannova in parte aveva confessato.

Le indagini della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile di Palermo, avevano documentato un sistema di favori per evitare i controlli nelle discariche e le possibili chiusure per irregolarità. (AGI)

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