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Migranti, Bartolo: "Ho pianto per gli insulti a Carola Rackete"

Pietro Bartolo

"Ero a Lampedusa quando è arrivata la Sea Watch. Ho pianto e mi sono vergognato quando ho sentito le parolacce a Carola Rackete. Si dice che i porti sono chiusi, ma nel mese di giugno sono arrivate più di 600 persone con i cosiddetti "sbarchi fantasma". Fantasma non lo sono, in realtà, perchè molti vengono recuperati dalla Guardia di Finanza. La vera risposta non è respingere, ma creare corridoi umanitari".

Così Pietro Bartolo, esponente di Demos eletto al Parlamento europeo, intervenendo all'assemblea nazionale di Demos - Democrazia solidale in corso a Roma. "Demos è una realtà piccola ma di qualità e sono certo diventerà grande - continua il medico di Lampedusa - i valori in cui crede sono la solidarietà, l'accoglienza, il rispetto per tutti. Oggi la priorità è mettere un freno all'onda nera e malefica che attraversa il Paese e non è nella cultura italiana".

"Ho chiesto al Parlamento Europeo di occuparmi dei temi dell'immigrazione e sono stato nominato vice presidente della Commissione LIBE per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. Il mio primo atto è stato porre all'attenzione la modifica del trattato di Dublino e la direttiva europea del 2002 che dà libero arbitrio agli Stati membri di condannare chi soccorre i migranti in mare. Non è possibile sanzionare - dice ancora - chi salva vite in pericolo. Il mio impegno sarà totale nel Parlamento Europeo, credo che dall'Europa si possano cambiare molte cose".

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