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Droga in provincia di Palermo: con un sequestro il cassiere della banda perse 2 milioni

Paolo Dragotto all'uscita dalla squadra mobile

Paolo Dragotto, meglio noto come il «patatone», era il cassiere della banda che importava fiumi di droga da Campania e Calabria in provincia di Palermo. L'organizzazione è stata sgominata con il blitz della polizia che ieri ha portato a 19 arresti. A Dragotto, come si legge in un articolo di Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia in edicola, farebbe capo una delle più grosse partite di droga mai sequestrate in città.

Il suo nome viene fuori in un’intercettazione contenuta nell’inchiesta «Cupola 2.0» conclusa alla fine dello scorso anno che bloccò il tentativo di ricomposizione della commissione provinciale di Cosa nostra.

Il sequestro riguardava una tonnellata e mezzo di hashish e 10 chili di cocaina, scoperti da polizia e guardia di finanza a Carini il 18 gennaio 2018. Due indagati, facendo riferimento a Dragotto, dicevano che aveva perso due milioni di euro con quel sequestro.

La droga, è stato scoperto nell'operazione denominata in codice "Blacksmith",  proveniva dalla Campania e dalla Calabria su grossi camion e veniva scaricata a Carini in un capannone dei fratelli Anthonj e Salvatore Basile, nella zona di Villagrazia di Carini in via Dominici nella zona industriale. Da qui partiva per le varie destinazioni: da Siracusa a Trapani.

A Palermo arrivava nascosta tra la frutta dei Piaggio Porter effettuando diversi viaggi per evitare di dare troppo nell'occhio.

L'attività di indagine, era nata nel 2016 e aveva portato all'operazione Cinisaro con l'arresto di Alessandro Bono che si occupa dell'importazione di cocaina dal Sud America e di Francesco Tarantino che portava a Palermo la cocaina dalla Calabria. Seguendo le attività di Tarantino gli agenti dell'antidroga sono arrivati a Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio, arrestati ieri e considerati i capi dell'organizzazione.

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