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Vicini all'Isis, il palermitano e il marocchino restano in carcere: Frittitta confessa

Restano in carcere Ossama Ghafir e Giuseppe Frittitta, il giovane marocchino e il palermitano fermati ad aprile per istigazione a commettere reati di terrorismo e autoaddestramento finalizzato a commettere atti terroristici.

Dopo l’arresto, avvenuto in Lombardia, i gip di Novara e Monza, città in cui era stato eseguito il provvedimento, si erano dichiarati incompetenti e avevano rimesso gli atti ai pm di Palermo, titolari dell’indagine. Per il giovane marocchino, però, era caduta l’accusa di istigazione al terrorismo del complice. Oggi il gip del capoluogo siciliano, oltre a rinnovare la misura cautelare, ha accolto la ricostruzione dei pm e contestato a Ghafir il reato di istigazione.

Secondo quanto si apprende Frittitta avrebbe confessato facendo dichiarazioni anche a carico del complice. L’inchiesta, coordinata dal pm Geri Ferrara, ha preso il via dal palermitano, convertito all’Islam e tenuto sotto controllo dalla Digos per i suoi rapporti con alcuni personaggi sospetti che frequentavano la moschea di Villabate. Monitorando le sue attività sui social i pm hanno scoperto i suoi legami col giovane marocchino, appena 18enne, che lo aveva spinto a radicalizzarsi.

I due postavano video e foto inneggianti alla jihad e alla eliminazione degli infedeli, si allenavamo duramente per arruolarsi e andare a combattere con l’Isis in Siria.

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