Cinquecento euro per un braccio maciullato, 1000 per una gamba. E poi la speranza di ricevere altro denaro non appena le assicurazioni pagavano. Una speranza, però, che spesso risultava vana.
Il listino prezzi dell'orrore mette in luce una realtà drammatica che viene fuori dalle due operazioni che ieri a Palermo hanno portato al fermo di 42 persone, accusate di inscenare falsi incidenti per truffare le assicurazioni e spesso di ricorrere anche alla rottura di arti per rendere i sinistri più credibili.
Una realtà che racconta di persone disperate disposte a farsi menomare da veri e propri spaccaossa pur di intascare qualche migliaio di euro per pagare le bollette.
Il gruppo secondo l'accusa ha organizzato almeno 70 truffe, (ma il numero complessivo sarebbe molto più alto, circa 500) con relative frantumazioni di arti, eseguite a freddo, al massimo con una anestesia molto blanda prodotta da semplici analgesici. Si inginocchiavano e qualcuno della banda gli faceva cadere un pesante disco di ghisa, come quelli che si usano in palestra, o un sacco di pietre, sulla gamba.
"La casa si trovava a piano terra, è uno stabile di tre piani, a Bagheria - ha raccontato una delle persone rimaste vittima delle lesioni -. Tra le persone presenti uno di questi mi è stato indicato come ortopedico e questo mi ha spiegato come avrebbe proceduto a fratturarmi il braccio. Mi hanno fatto stendere a terra a pancia in giù, dopo avermi anestetizzato il braccio con una bottiglia ghiacciata. Mi hanno fatto mettere il braccio su due mattoni, dopo avermi scorticato la mano ed il ginocchio per procurarmi escoriazioni che simulassero l'incidente. Dopo che ho disteso il braccio, per due volte mi hanno scagliato addosso qualcosa che io non ho visto e mi hanno rotto il braccio in due punti diversi".
"Sentivo che i presenti si stavano organizzando per mettere 100 euro ciascuno per darmi i 1.000 euro che mi avevano promesso", ha detto ai pm. Alla donna, come alle altre vittime, veniva poi suggerita la versione da dare all'ospedale.
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