
Rinchiuso da sei anni al 41 bis, la laurea in giurisprudenza (conseguita peraltro proprio con una tesi sul carcere duro) non gli basta: Alessandro D'Ambrogio, capomafia di Porta Nuova, vuole allargare ulteriormente i suoi orizzonti e si sta impegnando - ha già sostenuto brillantemente un paio di esami - per prendere un secondo titolo, questa volta in filosofia.
Come rivela il Giornale di Sicilia di oggi, anche il giovane Leandro Greco, nipote del «papa» di Cosa nostra, Michele Greco, a qualche mese dal suo arresto perché avrebbe partecipato al tentativo di ricostituire la Cupola, avrebbe manifestato l'intenzione di iscriversi all'università.
La reclusione, dunque, per alcuni boss diventa l'opportunità per studiare, ma finora l'apertura verso la cultura e la possibilità di ampliare le proprie conoscenze non sono mai state - a differenza di quanto accade per i detenuti comuni - una premessa alla «conversione», cioè alla decisione di cambiare vita e di collaborare con la giustizia.

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