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Mafia nigeriana a Palermo: caccia ad altri 10 indagati, il terribile rito di iniziazione registrato dalle microspie

Uno dei fermati a Palermo

Il contributo di due pentiti è stato determinante nell'operazione No Fly Zone della squadra mobile di Palermo che ha sgomitato l'associazione criminale nigeriana denominata Elye Supreme Confraternity che comprende anche la Black Axe, oggetto di una precedente indagine. Sono 19 gli indagati e per 17 sono stati emessi provvedimenti di fermo, anche se 10 sono ancora ricercati.

La collaborazione dei due nigeriani è iniziata quasi spontaneamente l'11 e il 14 settembre scorso. Uno dei due uomini, il 9 settembre, in via delle Case Nuove nel mercato Ballarò, è stato aggredito da alcuni connazionali e ferito. Uno degli amici dell'aggredito ha raccontato subito agli agenti che l'aggressione era stata organizzata dalla mafia nigeriana.

Da quel momento è iniziata la collaborazione che ha poi portato alla scoperta dell'organizzazione che si occupava di spaccio di droga, soprattutto crack ed eroina, e di sfruttamento della prostituzione.

IL RITO. Per entrare nell'organizzazione un nuovo "bird" è sottoposto a un rito d'iniziazione e uno di questi è stato registrato da una microspia piazzata nel quartiere palermitano di Ballarò dagli agenti della squadra mobile che oggi hanno condotto l'operazione. La cellula operava anche a Napoli, Torino, Cagliari, Catania, Caltanissetta e in provincia di Treviso.

Nel rito d'iniziazione registrato dalla polizia, l'aspirante membro viene spogliato e spinto a terra, preso a calci e pugni, ferito con un rasoio e poi costretto a bere un intruglio composto dal suo sangue, dalle lacrime - sollecitate dallo strofinio di peperoncino contro gli occhi - e anche di alcol e tapioca.

Al rito partecipano solo alcuni membri che seguono un rigido protocollo. L'iniziato viene sottoposto a gravi atti di violenza che servono in qualche modo a testare la serietà delle sue intenzioni e la sua fedeltà. L'organizzazione ha un rigido sistema di regole e chi trasgredisce subisce severe sanzioni.

L'associazione ha una cassa, alimentata dal denaro degli affiliati, dalla quale si attinge anche per pagare le spese legali degli associati. Indagini tradizionali e intercettazioni hanno confermano quanto racconto da due collaboratori di giustizia nigeriani.

LE ORIGINI. Dalla metà del secolo scorso gli studenti universitari nigeriani iniziarono a organizzarsi in associazioni, conosciute come gruppi cultisti, per potare avanti le loro istanze; ma le loro attività presto degenerarono nell'illecito fino a raggiungere verso gli anni Novanta connotazioni più simili alla mafia italiana. Esistono rappresentanti nazionali, regionali e locali organizzati in modo gerarchico, e organi collegiali al cui interno si individuano figure ben delineate cui sono rimesse le scelte fondamentali dell'associazione e le affiliazioni di nuovi aspiranti che seguono uno specifico rituale.

I GRUPPI. I Black Axe usano come colori distintivi il nero e il giallo e viene spesso utilizzata un'ascia nell'atto di spezzare le catene che imprigionano i neri d'Africa. Gli Eiye usano prevalentemente il bianco e il blu e ogni membro viene chiamato bird o air lord; come i loro antagonisti Black Axe, prediligono le armi bianche, i machete e le bottiglie di vetro spezzate.

I Pirats o Seedogs, i Vikings e Arubaga sono gruppi che derivano dalla stessa confraternita nigeriana, s'ispirano al mare e usano come simboli navi pirata e teschi; prediligono il rosso il bianco e il giallo.

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