È stata fissata per metà aprile l’udienza di merito davanti ai giudici del Tar per valutare il ricorso dell’Ires, la società che per decenni ha gestito l’ippodromo e che ormai è in liquidazione, contro l’interdittiva antimafia emessa dal prefetto Antonella De Miro a dicembre del 2017.
È servito più di un anno - si legge sul Giornale di Sicilia in edicola - per arrivare a questo giudizio, visto che a febbraio dell’anno scorso – respingendo la richiesta di sospensiva da parte dell’azienda – il tribunale aveva rinviato a data da destinarsi «per la complessità degli atti».
Nel frattempo, l’Ires si era appellata anche al Cga, almeno sull’aspetto cautelare, ma in assenza di una pronuncia del Tar, i giudici non avevano potuto che rinviare il fascicolo in primo grado, perché venisse vagliato «con urgenza».
Il provvedimento del prefetto era scattato il 7 dicembre di due anni fa, cioè qualche giorno dopo l’operazione antimafia «Talea», in cui i carabinieri – con intercettazioni che si fermavano però all’inizio del 2015 – avevano fatto emergere gli interessi e le pressioni di Cosa nostra, nonché un giro di gare truccate all’interno dell’ippodromo.
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