La sentenza di appello potrebbe arrivare il giorno prima che la prescrizione chiuda definitivamente il caso incredibile del bimbo reso permanentemente invalido, al Policlinico di Palermo, per un’erronea somministrazione di azoto liquido al posto di ossigeno.
Il bimbo, come si legge sul Giornale di Sicilia, ha otto anni e non parla né cammina. Ora i giudici di appello provano a recuperare il tempo perduto: il 9 aprile decorrerà la prescrizione e ieri, dopo che il pg Maria Grazia Puliatti ha chiesto la conferma delle tre condanne di primo grado e i difensori l'assoluzione, la seconda sezione della Corte ha fissato per l'8 aprile la sentenza. A pronunciarla sarà il collegio presieduto da Fabio Marino, a latere Salvatore Barresi e Filippo Messana.
In discussione ci sono tre condanne: a tre anni dell'imprenditore Francesco Inguì e dell'impiegato del Policlinico Aldo La Rosa, e un anno e mezzo per Enrico De Grazia, ex direttore del dipartimento materno-infantile delle cliniche universitarie.
Inguì, che è amministratore unico della Sicilcryo srl ed è difeso dagli avvocati Luca Inzerillo e Rocco Gullo otto giorni prima del terribile errore, aveva eseguito lavori sull'impianto di erogazione di gas medicali nell'isola neonatale: ma avrebbe omesso la marcatura di conformità Ce e la verifica del corretto funzionamento dell'impianto. La Rosa faceva parte invece dell'area di gestione tecnica dell'azienda ospedaliera Policlinico, non avrebbe effettuato le verifiche di sua competenza e il collaudo. Pure De Grazia, assistito dagli avvocati Francesco e Giuseppe Crescimanno, avrebbe omesso i controlli.
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