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Palermo, scatta l'indagine sui medici a disposizione dei boss

Francesco Lombardo

Medici e infermieri al servizio dei boss. Pronti ad operare il mafioso e a tacere. La procura sta indagando su una nuova inchiesta per fare luce sul mondo dei dottori contigui a Cosa nostra. Ne dà notizia un articolo di Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia di oggi.

L'indagine è scattata dopo le dichiarazioni di Francesco Lombardo, capomafia di Altavilla, collaboratore dei servizi segreti e ora collaboratore di giustizia. Racconta di essere stato in confidenza con professori universitari, medici e infermieri.

Come si legge sul Giornale di Sicilia, Lombardo dovrà infatti spiegare - ed è da questo punto che parte l'indagine - come riuscì ad essere operato alla mano dopo un agguato, senza che nessuno ne sapesse nulla. Il boss racconta di essere stato ferito alla mano dal mancato genero, Vincenzo Urso, dopo una lite (ferimento a cui poi seguì l'omidicio di Urso, ordinato proprio da Lombardo).

Per estrarre il proiettile dalla mano e farsi medicare il capomafia di Altavilla decise di non andare al pronto soccorso ma di farsi operare da un medico in privato, senza che nessuno possa sapere nulla. Attraverso un professore universitario "in servizio al Policlinico" e un infermiere dell'ospedale Civico, Lombardo arriva a due cliniche private.

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