Resta il mistero sull'uomo immortalato dalle videocamere due minuti prima dell'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà, assassinato a bastonate il 23 febbraio del 2010 a pochi metri dal tribunale di Palermo.
Uno degli imputati del delitto l'ha prodotto agli atti del dibattimento insinuando che potesse essere il reale responsabile del pestaggio del penalista visto che in mano impugnava un oggetto simile a una mazza e Fragalà venne assassinato a bastonate.
Oggi un consulente delle difese, deponendo davanti alla corte d'assise, ha sostenuto che la qualità delle immagini non consente di comprendere cosa l'uomo avesse in mano. "Poteva essere anche un ombrello, non è affatto detto si trattasse di un bastone", ha detto. Le immagini erano state parzialmente depositate dalla procura che le aveva acquisite nell'ambito di un'altra indagine antimafia. Gli avvocati di Francesco Arcuri, Michele Giovinco e Filippo Gallina, hanno chiesto di poter visionare l'intero filmato scoprendo la ripresa dell'uomo con in mano un oggetto.
Una prova che, a loro dire, incastrerebbe il vero assassino del penalista scagionando il loro assistito. La persona ripresa due minuti prima del delitto si trovava vicino Porta Carini dove avrebbe avuto il tempo per arrivare sul luogo dell'omicidio. Imputati, davanti alla corte di assise di Palermo per il delitto Fragalà, oltre ad Arcuri sono Antonino Siragusa, Francesco Castronovo, Salvatore Ingrassia, Paolo Cocco e Antonino Abbate.
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