Fissata per il 15 l'udienza preliminare per 55 indagati nell'ambito dell'inchiesta «Game Over» che, lo scorso febbraio, aveva portato all'arresto di 31 persone. Le contestazioni della Procura sono a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, associazione a delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse e alla truffa ai danni dello Stato, concorrenza sleale, reimpiego e intestazione fittizia di beni, nonché traffico di sostanze stupefacenti.
Dalle indagini della squadra mobile, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Annamaria Picozzi (ora a sua volta aggiunto), Amelia Luise e Roberto Tartaglia, è emerso che il personaggio chiave sarebbe stato l'imprenditore Benedetto «Ninni» Bacchi che, secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vito Galatolo, «si era preso Palermo»: grazie all'appoggio di Cosa nostra, infatti, Bacchi sarebbe riuscito ad imporre una specie di monopolio nel fiorentissimo settore delle scommesse (circa settecento le agenzie che sarebbero riconducibili all'imprenditore in tutta Italia), fatturando anche un milione di euro al mese.
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