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Bacchi e i boss di Partinico preoccupati per i nuovi "pentiti": "Spuntano come i funghi"

PALERMO. Francesco Nania, boss di Partinico e Benedetto Bacchi, imprenditore del settore delle scommesse online, arrestati ieri dalla polizia, avevano una grande preoccupazione: il numero sempre più elevato di soggetti appartenenti all’organizzazione mafiosa che man mano decidevano di collaborare con la giustizia.

Il 27 aprile de 2015 commentavano la notizia della collaborazione di Francesco Chiarello, affiliato a Cosa nostra fino al suo arresto avvenuto nel luglio 2011. «Un altro ce n'è. Ora è spuntato», dice Nania a Bacchi. «L'ho letto. L’ho visto», risponde Bacchi. «Qua spuntano come i funghi ogni mattina», replica Nania. Il particolare emerge dall’inchiesta Game Over che ha scoperto l'accordo stretto tra Bacchi, Nania e i vertici delle famiglie mafiose di Palermo per la spartizione dei ricavi delle scommesse online di cui Bacchi, proprio grazie a Cosa nostra, era diventato monopolista in Sicilia.

Il boss Francesco Nania e Antonino Pizzo, altro arrestato, trovarono una microspia piazzata dagli investigatori nel garage dell’abitazione di Pizzo. Era l’11 ottobre del 2014. Dopo le telecamere scoperte nei pressi dell’abitazioni di Nania era la conferma che i due erano coinvolti in un’indagine. Il particolare emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip.

La mafia di Partinico voleva avere la parte più cospicua dei soldi che Bacchi proprio per assicurarsi il controllo esclusivo del settore dava alle famiglie mafiose di Palermo. E bisognava vigilare perché tutti gli altri boss potenziali concorrenti nella spartizione dei guadagni di Bacchi avessero di meno. Di questo parlavano continuamente Francesco Nania, socio occulto dello stesso Bacchi, e Antonino Pizzo.

Le indagini della Squadra Mobile di Palermo hanno disvelato il tentativo inquietante dell’imprenditore Benedetto Bacchi avallato dal boss Francesco Nania di condizionare la decisione del Tar di Napoli, adito a seguito di un ricorso amministrativo presentato nell’interesse della sua società di scommesse al fine di ottenere un rinvio del giudizio alla Corte di Giustizia Europea, a dimostrazione della pericolosità sociale dei soggetti interessati a garantire a Bacchi l’espansione della sua attività economica, nonché della spregiudicatezza dei mezzi adoperati non esitando ad inquinare organi giurisdizionali». Lo scrive il gip di Palermo. Il tribunale amministrativo di Napoli avrebbe dovuto decidere del ricorso contro il sequestro di alcuni punti di scommesse online dell’imprenditore di Partinico privi di autorizzazione. Bacchi si sarebbe rivolto per raggiungere lo scopo anche a un commercialista napoletano, Michele De Vivo, anche lui arrestato ieri.

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