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Furti di auto con "cavallo di ritorno", chieste sette condanne a Palermo

PALERMO. Cento furti al mese e 200 mila euro di guadagni, circa tre milioni di euro in un anno e mezzo. Tanto avrebbe guadagnato l’organizzazione che a Palermo gestiva i furti di auto e furgoni e poi chiedeva alle vittime il cavallo di ritorno.

A dicembre scorso in un blitz della squadra mobile, diretta da Rodolfo Ruperti e  coordinata dalla procura e dalla Direzione distrettuale antimafia (procuratore aggiunto Leonardo Agueci, pm Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli e Ferdinando Lo Cascio) con 200 agenti in campo fin dall'alba, sono state arrestate 25 persone.

Questa mattina il pm Lo Cascio ha chiesto le condanne per chi ha scelto il rito abbreviato che si svolge davanti al gup Marco Gaeta: 6 anni e 8 mesi sono stati chiesti per Massimiliano Castelluccio, 10 anni ciascuno per i fratelli Salvatore ed Emanuele Casamento, 8 anni per Antonino Noto, 9 anni e 8 mesi per Leonardo Algeri, 8 anni per Francesco Quattrocchi, 10 anni per Lillo Fanara.

Secondo le indagini, per ogni furto veniva chiesto alle vittime, soprattutto commercianti e piccoli imprenditori, di pagare tra 500 e 3.000 euro. A Borgo Molara la gang aveva un deposito dove custodiva i mezzi non ancora restituiti.

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