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Clan di Santa Maria di Gesù: 27 arresti
Ecco il meccanismo elettorale dei boss

PALERMO. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare, emessa dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di 27 indagati per associazione mafiosa, estorsione, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori.

I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine condotta dal Ros nei confronti della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, che ha consentito di accertare il processo di riorganizzazione interna del sodalizio e la capacità di infiltrazione del tessuto economico locale, ricostruendo l’organigramma degli associati e individuando gli attuali vertici, designati attraverso un vero e proprio meccanismo elettorale cui partecipavano gli uomini d’onore. Gli arresti sono scattati su richiesta della Procura della Repubblica guidata da Francesco Lo Voi.

Un'operazione che parte da lontano, molto probabilmente due anni fa, dal 2015, quando lo stesso mandamento fu colpito da un altro blitz delle forze dell'ordine, quando vecchi e nuovi boss finirono i carcere. Tra i 27 di oggi è stato arrestato anche Gaetano Messina, ritenuto dagli investigatori il nuovo reggente.

Un capo che, secondo gli investigatori, sarebbe stato scelto seguendo la tradizione: una votazione ad alzato di mano, come ai vecchi tempi, che si sarebbe effettuata dopo alcune riunioni in una sala da barba, di quelle di una volta, dove tutto si sa e niente sfugge.

E all'interno, come succede per le elezioni, si teneva una mini campagna elettorale, con alleanze, incarichi e non, promesse e mezze parole. E tra parole dette e non dette, emerge anche una certa preoccupazione per le nuove generazioni che stanno affacciandosi alla ribalta, violente e senza rispetto.

L'operazione dei carabinieri del comando provinciale e dei Ros non ha solo spiegato però i nuovi assetti del mandamento, ma anche la sua gestione esterna, con il traffico di droga in prima linea per rimpolpare le casse dei clan e ovviamente il pizzo imposto ai commercianti del luogo.

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