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Operai morti per amianto, a giudizio tre ex dirigenti di Fincantieri Palermo

PALERMO. Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo – il processo comincerà il 2 novembre davanti alla quarta sezione monocratica del Tribunale di Palermo - tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri di Palermo: Luciano Lemetti, Antonino Cipponeri e Giuseppe Cortesi. Non avrebbero adottato le cautele previste dalla legge per le lavorazioni dell'amianto provocando la morte di 18 operai.

Questa è la settima tranche dei procedimenti avviati nei confronti degli ex dirigenti. Finora solo la prima condanna è diventata definitiva. Il secondo troncone è in appello, mentre gli altri sono ancora in corso in primo grado. Durante il primo processo gli operai della Fincantieri avevano raccontato che nello stabilimento di Palermo si lavorava senza mascherine e con aspiratori che non funzionavano.

Le polveri di amianto raccolte sul pavimento, che dovevano essere smaltite con apposite cautele, venivano semplicemente spazzate come fossero innocui granelli di polvere. Mancava un servizio di lavaggio delle tute: le mogli degli operai le lavavano a casa e in alcuni casi si sono ammalate. Questa mattina il gup ha assolto Giuseppe Scrima, titolare di una cooperativa dell’indotto di Fincantieri, la Rinascita Picchettino.

Anche lui era accusato dell’omicidio colposo di un operaio, ma non è stata dimostrata la correlazione tra la causa della morte (insufficienza cardiaca) con l’inalazione di amianto.

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