PALERMO. Tra il 2009 ed il 2014 la Gesap, società che gestisce lo scalo «Falcone e Borsellino», ha affidato ben 297 consulenze per un valore di quasi otto milioni e mezzo di euro, ma soltanto a sette aziende (alcune peraltro legate tra loro) e dunque sempre agli stessi imprenditori.
Ma c’è di più, perché alcune delle società che hanno ricevuto gli incarichi non contano neppure un dipendente oppure erano state appena costituite e non potevano dunque vantare alcuna esperienza specifica nei settori in cui hanno lavorato. Non solo: in diversi casi la maggior parte del fatturato di queste aziende derivava esclusivamente dagli incarichi ricevuti da Gesap.
A fronte poi di una tale spesa e di una costante parcellizzazione dei progetti che – secondo gli investigatori – sarebbe servita per evitare di bandire gare pubbliche, ciò che balza agli occhi nell’ambito dello scandalo che venerdì ha fatto finire agli arresti domiciliari l’ex direttore generale di Gesap, Carmelo Scelta, è che sostanzialmente nulla sia stato realizzato. O, se qualcosa è stato fatto, è stato ad un costo elevatissimo e, per gli investigatori, ingiustificabile.
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